Rapporti di lavoro

Dai tecnici della salute agli ingegneri, introvabile il 45,3% dei profili richiesti

Dicembre meglio di novembre, ma ancora otto punti sopra dicembre 2021

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Anche a dicembre il “mismatch”, vale a dire la difficoltà delle imprese di inserire i talenti occorrenti, veleggia su cifre preoccupanti. Miglioriamo un po’ rispetto a novembre, scendendo dal 46,4% al 45,3%; ma in tutti i mesi del 2022 si è viaggiato su valori medi di difficoltà di reperimento dei profili ricercati dai datori di lavoro superiori al 40 per cento. Il 45,3% di dicembre è un valore superiore di circa otto punti percentuali rispetto al dato di dicembre 2021 (37,5%).

I profili «introvabili»

La fotografia scattata dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, e diffuso ieri, conferma una situazione occupazionale in chiaro scuro, con il mismatch che ha raggiunto picchi considerevoli specie tra le professioni tecnico-scientifiche. A dicembre la difficoltà di far incontrare domanda e offerta di lavoro ha interessato oltre 149mila assunzioni delle 329mila programmate. La motivazione prevalentemente dichiarata dalle imprese è la mancanza di candidati (29,1%), seguita dalla preparazione inadeguata (12,3%). Tra le professioni di più difficile reperimento il Borsino Excelsior individua gli specialisti nelle scienze della vita e i tecnici della salute (sono di difficile reperimento rispettivamente per l’82,7% e per il 61,7%), i tecnici in campo ingegneristico (58,7%), i tecnici della gestione dei processi produttivi (58,6%), i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,4%), ma anche gli operatori della cura estetica (69,6%), i meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchinari (69,4%), gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (61,7%). Su questi numeri pesa lo scollamento tra scuola e mondo del lavoro, dopo lo smantellamento alla formazione “on the job” operato dal governo Conte, che adesso, con tanta fatica, si sta cercando di recuperare.

Le assunzioni previste

Complessivamente, il mercato del lavoro è in una situazione di incertezza. Questo mese sono previsti 329.335 ingressi, con una leggera contrazione sull’anno (-6,9%, pari a 24.440 assunzioni in meno). Rispetto al precedente mese di novembre il calo è un po’ più marcato, -53.119 inserimenti programmati (-13,9%); e qui, probabilmente, inizia a sentirsi, anche sul lavoro, il rallentamento dell’economia causato dalla guerra in Ucraina, la crisi energetica, la crescita dell’inflazione e del costo del denaro. La prospettiva infatti è densa di nubi: nei prossimi tre mesi, vale a dire nel trimestre dicembre-febbraio 2023, le assunzioni preventivate dalle imprese sono, complessivamente, poco più di 1,2 milioni (1.209.360, per l’esattezza), in frenata nel confronto tendenziale, cioè su dicembre-febbraio 2022 (-13,6%, pari a -191.152 ingressi). Se prendiamo a riferimento il periodo pre Covid, gli inserimenti preventivati dalle imprese a dicembre e nel trimestre dicembre-febbraio 2023 sono più elevati, rispettivamente +28mila assunzioni su dicembre 2019, +115mila sul trimestre dicembre-febbraio 2020.

Anche gli ultimi dati Istat hanno evidenziato un incremento del numero di occupati a settembre e ottobre, frutto essenzialmente di stabilizzazioni di contratti a termine (questo strumento è stato il motore della ripresa occupazionale del 2021) e di un minor utilizzo della cassa integrazione, esplosa durante la pandemia. Il tasso di occupazione ha raggiunto il valore record del 60,5%. Le previsioni del Bollettino Excelsior confermano questo trend: l’industria ricerca a dicembre 88mila lavoratori mentre i servizi ne ricercano 241mila. Per l’industria sono le imprese della meccatronica e della metallurgia a offrire le maggiori opportunità lavorative, con rispettivamente 15mila e 11mila assunzioni programmate. Molteplici anche le opportunità di occupazione nel settore edilizia che programma 31mila ingressi. Per i servizi, nel periodo delle festività natalizie, si mantengono elevate le previsioni di assunzioni nel turismo (66mila lavoratori ricercati) e nel commercio (50mila). A livello territoriale, 102mila assunzioni sono previste dalle imprese del Nord Ovest, a cui seguono le imprese del Nord Est (83mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 50,3%), le imprese del Sud e isole (80mila) e le imprese del Centro (64mila).

Il futuro incerto

Si naviga comunque a vista. Le incertezze economiche si iniziano a intravedere nel trimestre dicembre-febbraio 2023. Qui l’industria prevede -27,1% di ingressi, con picchi tra il 40 e il 50 per cento in diversi comparti. Segno meno, ma molto più contenuto, per i servizi, -5,2%, con i comparti del turismo e dell’assistenza alle persone in segno positivo (si veda altro articolo in pagina). Il clima di incertezza si ritrova anche nei contratti d’assunzione utilizzati dalle aziende: i contratti a termine sono la tipologia più proposta con 172mila unità, pari al 52,1% del totale, in lieve diminuzione rispetto a dicembre 2021 (53,6%). Seguono i contratti a tempo indeterminato (79mila unità, 24,0%), quelli in somministrazione (29mila, 8,8%), l’apprendistato (19mila, 5,7%).

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