Previdenza

Quota100, ora la Cgil stima uscite anticipate per un terzo della platea

di Davide Colombo

I nuovi pensionamenti anticipati con “quota 100” potrebbero fermarsi quest’anno attorno a 128mila, circa 162mila in meno della platea di 290mila stimata dal governo. La previsione è della Cgil, che ieri ha diffuso un report dell’Osservatorio previdenza della Fondazione Di Vittorio con le prime analisi prospettiche sull’impatto delle principali misure previdenziali contenute nel decreto 4/2019, esclusa l’Ape sociale. Nel triennio di sperimentazione le uscite effettive con “quota 100” - secondo questa analisi presentata ieri da Ezio Cigna, responsabile Previdenza della Cgil - si fermerebbero a un terzo del previsto: 325mila anziché 973mila.

Allargando la proiezione anche all’impatto derivante dal blocco dell’adeguamento dei requisiti per le pensioni anticipate alla speranza di vita e di “Opzione donna”, nel triennio non verrebbero utilizzati 7,2 miliardi dei 21 miliardi stanziati in legge di Bilancio. Quest’anno dei 3,968 miliardi messi in campo non verrebbero utilizzati 1,6 miliardi, nel 2020 si prevede il mancato utilizzo di 2,9 miliardi e nel 2021 di altri 2,6 miliardi.

L’analisi Cgil arriva a pochi giorni dalla prima proiezione prospettica che dovrà effettuare Inps sulla base delle domande fin qui accolte e delle prime nuove pensioni liquidate con “quota 100”. Dopo la verifica di maggio gli altri due momenti clou di monitoraggio Inps saranno in settembre (con i dati sulle uscite del pubblico impiego) e ottobre, con quelli sui pensionamenti nel comparto della scuola.

Dal punto di vista metodologico la proiezione della Cgil considera come importo medio una pensione “quota 100” pari a 1.865 euro lordi mensili, mentre per gli anni 2020 e 2021 dai flussi di uscita previsti dal governo vengono scomputati i pensionamenti anticipati che si sarebbero comunque effettuati con la maturazione dei requisiti Fornero: rispettivamente il 15% l’anno prossimo (13.100) e il 30% nel 2021 (40.271). Ragioneria generale dello Stato e Ufficio Parlamentare di Bilancio tengono invece conto di queste uscite in sovrapposizione «a legislazione invariata». Secondo il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, con “quota 100” «siamo di fronte ad un’ulteriore provvedimento a termine, che coinvolgerà alcune migliaia di persone ma che lascia invariate le cose in prospettiva». Secondo la Cgil, aggiunge Ghiselli, grazie alla minore spesa «si aprono spazi per intervenire con altre misure, sulla base delle proposte della piattaforma che il sindacato unitariamente ha presentato, garantendo una flessibilità in uscita per tutti dopo 62 anni e prevedendo interventi che tengano conto della specifica condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavoratori gravosi o usuranti e l'introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani».

In attesa delle proiezioni ufficiali Inps altre analisi (Reforming.it) hanno finora messo in luce anomalie sui flussi delle domande di pensionamento rispetto alle attese per “quota 100”: molte più del previsto arrivano dal Sud e dal pubblico impiego. Come se la riduzione dell’assegno dovuta all’anticipo e il divieto di cumulo avessero scoraggiato i lavoratori del Nord.

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