Rapporti di lavoro

Sui cocopro un’operazione ad alto rischio

di Giampiero Falasca


Nel decreto legislativo che darà attuazione alle nuove regole sull'articolo 18 dovrebbe trovare spazio anche un'importante novità in materia di collaborazioni coordinate e continuative progetto. In particolare, se saranno confermate le anticipazioni di questi giorni, il decreto dovrebbe cancellare la possibilità di utilizzare il contratto di lavoro progetto.

Questa innovazione, come è evidente a chiunque, potrebbe avere un effetto dirompente sul mercato del lavoro, in particolare per quelle aziende che oggi riescono a competere unicamente utilizzando i vantaggi di termini di termini di flessibilità e costo del lavoro che offre questa tipologia contrattuale.

Se l'obiettivo di cancellare il lavoro a progetto è condivisibile, perché questo contratto si presta a troppi abusi, sarà quindi importante procedere con cautela, identificando le eccezioni alla regola generale del divieto e, nell'immediato, definendo un congruo periodo transitorio, per consentire alle imprese di fare le scelte più opportune e di organizzarsi rispetto al nuovo contesto.

Sicuramente queste aziende dovranno anche valutare la convenienza di stabilizzare i collaboratori a progetto mediante l'utilizzo del contratto tutte le crescenti e degli incentivi che partiranno dal prossimo 1° gennaio, ma non è realistico pensare che questa operazione potrà venire a costo zero per le aziende.

E allora, se il costo del lavoro crescerà, ma le commesse resteranno uguali - come può accadere nel caso dei call center - quale alternativa resterà alle aziende per restare in vita? Cerchiamo, almeno una volta, di non farle espatriare.

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