Previdenza

Reddito di cittadinanza, le falle nei controlli Inps

di Giorgio Pogliotti

Per il reddito di cittadinanza emergono alcuni “buchi” sul versante dei controlli. In fase d’avvio l’Inps non potrà verificare il possesso di tutti i requisiti richiesti per le 806mila domande presentate nella prima “finestra” tra il 6 e il 31 marzo.

Saranno controllate in modo puntuale le voci oggetto di convenzioni con altre amministrazioni dello Stato (al momento l’Agenzia delle entrate): dunque i requisiti patrimoniali e reddituali, presenti nella banca dati (Isee, patrimonio mobiliare, immobiliare, reddito familiare del richiedente). Resta, invece, il nodo dei controlli sul possesso dei requisiti amministrativi di competenza dei comuni - ovvero lo stato di famiglia necessario per conoscere la composizione del nucleo familiare e la residenza-, per i quali si procede in autocertificazione (in assenza dell’Anagrafe dei comuni). In autocertificazione viene attestato anche il possesso dei requisiti sui beni durevoli, ovvero di moto e auto - va verificata la cilindrata e l’anno di immatricolazione-, in attesa della convenzione con l’Aci, e delle imbarcazioni da diporto.

L’Inps, come accade anche per altre misure (vedi il Rei), liquiderà le domande che risultano in possesso dei requisiti richiesti, anche se alcune voci sono state redatte in autocertificazione. Per queste domande è previsto un controllo successivo all’erogazione del sussidio. Ma non per tutte. Sarà un controllo campionario sulle voci non direttamente in possesso delle banche dati. Ciò espone l’erogazione anche di questo, come altri sussidi, al rischio di false dichiarazioni da parte dei “furbetti”. Ma in questo caso il “fattore tempo” ha giocato a sfavore. Perchè si sono voluti avviare i controlli delle domande e l’erogazione delle somme prima di aver completato le convenzioni, strumento essenziale in chiave di contrasto degli abusi, soprattutto in relazione alle informazioni non condivise nelle banche dati. All’accelerazione dei tempi ha contribuito certamente la scadenza elettorale del 26 maggio.

La legge istitutiva del Rdc ha, tuttavia, introdotto pene molto severe per chi, dichiarando il falso, ottiene il sussidio (si rischia il carcere da 2 a 6 anni). Per i controlli è in campo anche la Guardia di Finanza per verifiche mirate: l’Inps sta studiando se fare o meno la convenzione. Va, inoltre, considerato che se i 584mila cittadini che hanno presentato la domanda tramite il canale dei Caf sono stati assistiti nella compilazione, e generalmente informati delle conseguenze delle dichiarazioni mendaci, i 222mila che si sono rivolti alle Poste o al sito dedicato hanno compilato autonomamente la richiesta senza alcuna verifica preventiva. Sono maggiormente esposti al rischio di errate compilazioni, in buona o cattiva fede.

Il problema dei controlli riguarda anche Quota 100. È di pochi giorni fa un messaggio interno mandato dalla direzione Inps che, in mancanza di un dato certificato dal datore di lavoro attraverso le comunicazioni obbligatorie sull’avvenuta cessazione, per le sole pensioni con decorrenza 1° aprile consente in via straordinaria di procedere alla liquidazione in base alla sola dichiarazione contenuta nella domanda attestante il possesso dei requisiti richiesti. La liquidazione delle pensioni verrà fatta in via provvisoria, poi scatterà la verifica e si procederà al recupero di eventuali somme corrisposte indebitamente.

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