Previdenza

Isee e reddito familiare, doppio filtro per il bonus

di Valentina Melis

Isee e reddito familiare sono i due filtri economici fondamentali ai quali è affidata la selezione dei beneficiari del reddito di cittadinanza. È importante tenere conto di entrambi i parametri, perché sforare rispetto a uno solo dei due comporta lo stop o la perdita del beneficio.

Isee entro 9.360 euro

L’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente della famiglia che chiede prestazioni sociali agevolate. Tiene conto sia del reddito, sia del patrimonio (mobiliare e immobiliare) dei componenti. Per accedere al reddito di cittadinanza, non deve superare 9.360 euro.

Il valore si abbassa al crescere del nucleo familiare, perché si tratta di un rapporto fra l’indicatore della situazione economica (Ise) e i parametri di una scala di equivalenza che aumentano in base al numero dei componenti. È bene considerare, ad esempio, che il possesso della casa dove si abita non preclude alla famiglia l’accesso al reddito di cittadinanza, ma il valore della prima casa rientra comunque – al netto delle franchigie previste – nel calcolo dell’Isee. Il Dl 4/2019 sul reddito di cittadinanza ha modificato due punti della normativa sull’Isee, prevedendo che:

i coniugi restano nello stesso nucleo anche in caso di separazione o divorzio, se continuano a risiedere nella stessa casa (una modifica introdotta al Senato prevede che per le separazioni avvenute dal 1° settembre 2018, il cambio di residenza debba essere certificato da un verbale della polizia locale: si punta cioè a stabilire che la coppia sia effettivamente separata e non convivente e a evitare separazioni strumentali a ottenere il sussidio);

il figlio sopra 26 anni che vive fuori casa fa nucleo a sé anche se fiscalmente a carico dei genitori (e quindi può chiedere il sussidio).

Soglie differenziate di reddito

Per accedere alla nuova misura anti-povertà, il reddito complessivo della famiglia deve attestarsi sotto certe soglie, che crescono in base alla scala di equivalenza stabilita dal Dl 4/2019.Per una persona sola, il reddito da non superare è di 6mila euro all’anno. Per due adulti è di 8.400 euro, per due adulti e un bambino è di 9.600 euro e così via. La soglia di reddito “base” è di 7.560 euro per gli over 67 che aspirano ad accedere alla pensione di cittadinanza e sale, per tutti, a 9.360 euro se la famiglia vive in una casa in affitto.

Nel caso di una persona sola che ha un contratto di collaborazione, ad esempio, bastano 100 euro in più di compenso mensile (da 450 a 550 euro), per essere esclusi dal sussidio, perché il reddito annuo supera la soglia di 6mila euro (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Rientrano nel reddito le prestazioni assistenziali di cui beneficia la famiglia che sono sottoposte alla “prova dei mezzi”, cioè alla misurazione della situazione economica, come ad esempio l’assegno al nucleo con tre figli minori o l’assegno sociale. Non rientrano, invece, i trattamenti esclusi dalla prova dei mezzi, come l’indennità di accompagnamento. Non rientra neanche, perché esplicitamente escluso dal decreto, il bonus bebè da 80 euro al mese in vigore dal 2015.

Gli aggiornamenti del reddito

Il reddito considerato, anche per l’Isee, è quello dell’ultima dichiarazione fiscale disponibile, quindi quello prodotto nel 2017. Proprio per questo, insieme al modello di domanda, sono stati pubblicati i due modelli (Rdc/Pdc-Com ridotto ed esteso) con i quali si possono comunicare variazioni della propria situazione lavorativa non fotografate nell’Isee, che comportano una modifica dei requisiti economici, sia al momento della domanda (modello ridotto), sia durante la fruizione del beneficio (esteso). Il modello ridotto va compilato se la domanda di Isee è stata presentata dal 1° gennaio al 31 agosto di quest’anno, per le attività lavorative iniziate dopo il 1° gennaio 2017. Se invece la Dsu è presentata dal 1° settembre al 31 dicembre di quest’anno, il modello ridotto va presentato per le attività iniziate dal 2018.

Per accedere al reddito di cittadinanza è monitorata anche la disponibilità economica della famiglia in depositi e conti correnti, titoli di Stato, obbligazioni, buoni fruttiferi e così via. Questa “ricchezza” non deve superare 6mila euro: soglia che può crescere, anche per questo parametro, all’aumento delle dimensioni della famiglia.

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