La moda e i suoi tre pilastri
Tre pilastri per il welfare del settore tessile, moda e accessori gestito dagli enti bilaterali. Sono previdenza, assistenza e sanità i tratti comuni dei cinque contratti nazionali - quello tessile-abbigliamento che interessa circa 420mila lavoratori, calzature (80mila), pelletteria (32 mila), occhiali (18 mila), concia (18 mila), oltre ai contratti più piccoli (giocattoli, penne, spazzole e pennelli)-, che presentano differenze, invece, per la fonte normativa.
Il primo pilastro comune è rappresentato da Previmoda, il fondo pensione complementare nato nel 1998, frutto di accordi tra i sindacati e le imprese. È un fondo paritetico, a capitalizzazione individuale e contribuzione definita sostenuto dal contributo aziendale che mediamente si aggira al 2%, che però ha ancora una diffusione piuttosto limitata, considerando che ha 60 mila iscritti. La partecipazione consente di beneficiare di un trattamento fiscale di favore sui contributi versati, sui rendimenti conseguiti e sulle prestazioni percepite.
Da 4-5 anni tutti gli iscritti a Previmoda, sono coperti anche da un'assicurazione vita e invalidità, per un importo che va da 20 mila a 100 mila euro. Riguarda tutti, operai e impiegati del settore tessile-abbigliamento, del comparto calzaturiero e degli altri comparti industriali del sistema moda e della concia che possono così beneficiare di una tutela che altri contratti riservano ai soli dirigenti.
Il terzo pilastro comune è il fondo di assistenza sanitaria integrativa Sanimoda, partito in ritardo rispetto ad altri settori, frutto dall'accordo di fine luglio del 2017 tra le organizzazioni di categoria delle imprese e dei lavoratori. È un fondo paritetico, l'iscrizione dei lavoratori è obbligatoria e automatica, pagata con un contributo mensile a carico dell'azienda che in media si attesta sui 12 euro al mese. «Partendo da zero, in poco tempo ha raccolto 150mila iscritti - spiega Carlo Mascellani, direttore relazioni industriali e formazione di Confindustria Moda -, tra qualche mese stimiamo che saranno 200 mila, poiché mancano ancora all’appello i calzaturieri, che aderiranno da maggio». Il fornitore del servizio è Unisalute, è prevista la copertura di un ampio range di prestazioni (visite specialistiche, ricoveri). Il coniuge fiscalmente a carico, il convivente (con reddito inferiore a 2.840 euro) hanno accesso alle stesse prestazioni del lavoratore (tranne per alcune coperture), specifiche garanzie sono previste per i figli minorenni.
Alcune grandi aziende (fanno parte del settore molti campioni nazionali e internazionali come Luxottica, Gucci, Prada, Armani, Tod’s, eccetera) hanno da tempo sviluppato una loro assicurazione sanitaria e stanno verificando se restare autonome o aderire a Sanimoda per ottenere condizioni migliori facendo massa critica. Il welfare sarà oggetto della prossima tornata contrattuale: il rinnovo dei contratti scaduti (occhialeria lo scorso 31 dicembre), di quelli in scadenza (pelletteria il 31 marzo, calzature, tessile e abbigliamento a fine anno). «Rispetto ad altri settori industriali siamo arrivati in ritardo su alcuni fronti - aggiunge Mascellani - ma abbiamo fatto tesoro delle altre esperienze, ed oggi abbiamo un servizio di welfare nazionale alla pari, se non superiore rispetto ad altri settori industriali, offrendo una base comune per tutti. Altri possibili servizi di welfare sono invece gestiti a livello aziendale o territoriale». Nel penultimo rinnovo del Ccnl si sono definite le linee guida per sviluppare una corretta contrattazione aziendale, si è affermato il principio dei premi effettivamente variabili, legati alle performance, senza automatismi. Nelle aziende sta crescendo l'interesse per la trasformazione del premio di risultato in welfare contrattuale, secondo Mascellani «si sta affermando perchè si sta capendo la convenienza anche sotto il profilo del trattamento fiscale, mentre al principio si puntava solo a monetizzare il premio».
Una best practice? Il gruppo Albini, leader nella produzione di tessuti per camiceria di alta gamma ha 7 siti industriali, di cui 4 in Italia, con circa 1.400 dipendenti. Negli accordi legati al welfare aziendale per il Cotonificio Albini spa, per le sedi di Albino e Gandino (Bg) il premio di risultato maturato nel 2018 che verrà erogato quest'anno è di 1.581 euro lordi: sono previste percentuali di assegnazione del premio in ragione della presenza del lavoratore (145% per un tasso di assenteismo individuale pari a 0%). L’importo del Pdr base rappresenta il 7% della Ral annua media di un operaio 3 livello. Gli altri criteri fanno riferimento a parametri di qualità, bonifici, soddisfazione dei clienti/resi. Per promuovere il welfare è previsto un contributo aggiuntivo del 10% e 15% nel secondo e terzo anno sull'ammontare del Pdr convertito dal lavoratore tramite piattaforma digitale. «Dai risultati emersi dal questionario “welfare” sottoposto a un campione di lavoratori - chiosa Giovanni Romani, direttore delle Risorse umane - tra i flexible benefit prevale l’acquisto dei voucher, a seguire il rimborso di rette, testi e trasporto scolastico».