Cosa faranno i navigator? Scontro fra Stato e Regioni, slitta l’intesa
Il braccio di ferro sul ruolo dei 3mila navigator fa slittare l’intesa in conferenza Stato Regioni, chiamata ieri ad approvare il piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro.
La proposta delle Regioni e Province autonome prevede che i percettori del reddito di cittadinanza, convocati ai centri per l’impiego per sottoscrivere il patto per il lavoro si rapportino con i dipendenti e non con i navigator, che dovranno svolgere attività di supporto ai servizi per l’impiego. Un’impostazione ben diversa, rispetto a quella prospettata originariamente dal governo, che puntava a dare un ruolo da protagonisti ai navigator, nell’accompagnamento al lavoro dei beneficiari del Rdc.
Ma già con l’intesa dell’11 marzo, il governo ha dovuto dimezzare la platea di navigator da assumere (da 6mila a 3mila) con contratto di collaborazione biennale e, per evitare conflitti di competenze, ha previsto il coinvolgimento diretto delle regioni nella gestione operativa di questi “coach” che dovranno affiancare il personale dei centri per l’impiego (gestiti dalle regioni) nel reinserimento occupazionale dei beneficiari del Rdc.
Si allungano, dunque, i tempi per l’intesa che contiene anche la distribuzione regionale dei 3mila navigator ed è propedeutica alla pubblicazione del bando di selezione da parte di Anpal servizi. «Non ce l’abbiamo fatta a chiudere su qualche aspetto tecnico - spiega la coordinatrice degli assessori al Lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco - però, dovendo anche far avviare la procedura selettiva per i navigator, chiuderemo a breve, al massimo in qualche giorno, lasciando aperta la Conferenza Stato-Regioni».
Una nuova riunione della Conferenza Stato Regioni è fissata per mercoledì 17 aprile, ma i tecnici sono al lavoro per definire l’intesa prima di quella data. «Si tratta di mettere in chiaro per il ruolo dei navigator e per le funzioni che dovranno avere nei centri per l’impiego quello che abbiamo già detto a monte, senza ambiguità di nessun tipo tra quello che pensiamo noi e quello che pensa il ministero», aggiunge Grieco. Lo sblocco in tempi rapidi di questa partita è decisivo, visto che a fine maggio i primi percettori del sussidio si recheranno nei centri per l’impiego, rischiando di trovare i soli 8mila attuali dipendenti che, dovendo garantire i servizi anche alla platea di disoccupati esclusi dal Rdc, difficilmente potranno occuparsi della loro presa in carico.
Il piano straordinario mette a disposizione delle Regioni 467,2 milioni per il 2019 e 403,1 milioni per il 2020, ripartite in proporzione al personale assegnato, utilizzabili anche per il potenziamento infrastrutturale dei Cpi, ulteriori 70 milioni sono da destinare ad attività connesse all’erogazione del Rdc o all’assunzione di altro personale. Il piano di rafforzamento dei Cpi prevede a regime 11.600 nuovi ingressi. A carico delle Regioni si prevedono nella prima fase 4mila assunzioni a tempo determinato e 1.600 stabilizzazioni.