Rapporti di lavoro

Parte la sfida del nuovo lavoro

di Maria Carla De Cesari

Il contratto a tutele crescenti si applicherà ai nuovi assunti dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri del 20 febbraio. Il nuovo regime che caratterizza il contratto a tempo indeterminato in base all’indennizzo, crescente con l’aumentare dell’anzianità lavorativa, nel caso di licenziamento illegittimo interessa il settore privato. Gli assunti in precedenza resteranno soggetti, in caso di licenziamento riconosciuto illegittimo, alla disciplina della legge Fornero o, nel caso delle piccole imprese, la legge 604/66.

La nuova disciplina vale per i nuovi assunti, operai, impiegati e quadri e - come specifica il decreto legislativo - per i lavoratori destinatari della conversione di un contratto a tempo determinato o di un rapporto di apprendistato. Le tutele crescenti si applicheranno anche ai vecchi assunti delle imprese fino a 15 dipendenti che dovessero superare la soglia dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo.

In caso di licenziamento illegittimo, il regime generalizzato del risarcimento, parametrato all’anzianità aziendale, coinvolge anche i lavoratori licenziati da un appaltatore: per calcolare l’anzianità di servizio e, di conseguenza, l’importo dell’indennità, non si tiene conto solo del rapporto intercorso con l’ultimo datore di lavoro, ma - se c’è stato un cambio di appalto - si considera tutto il periodo durante il quale il lavoratore è stato impiegato nell’attività.

La formula indennitaria per i licenziamenti è controbilanciata dall’opzione normativa del contratto a tempo indeterminato, accompagnata dall’incentivo della decontribuzione, per i nuovi assunti fino al 31 dicembre: i datori di lavoro beneficeranno di uno sgravio contributivo fino a 8.060 euro, per tre anni.

Se il contratto subordinato a tempo indeterminato diventa, grazie alle scelte normative e agli incentivi economici, conveniente, “flessibile” (nel caso di eventuali licenziamenti) ed efficiente (per la possibilità del datore di lavoro di pianificare l’investimento sul personale), il Governo dovrà impegnarsi per garantire - a regime - un taglio generalizzato del costo del lavoro . Nello stesso tempo, occorrerà coordinare la revisione delle tipologie contrattuali con la programmazione degli ammortizzatori sociali. Per i collaboratori, infatti, l’assegno mensile di disoccupazione è sperimentale per quest’anno.

Anche per quanto riguarda la disciplina dei congedi parentali è necessario trovare un quadro stabile, che consenta - come promesso anche dalla legge Fornero - di fruire dei congedi a ore. Nello stesso tempo occorrerà mantenere la promessa dell’indennità di maternità anche per le collaboratrici iscritte alla Gestione separata, a prescindere dal versamento dei contributi da parte del committente.

La partita aperta è quella delle politiche attive: la delega è in qualche modo vincolata alla futura riforma costituzionale, in cui dovrebbero venir meno le competenze concorrenti proprio sulle politiche del lavoro. Proprio in questo ambito c’è la scommessa di trasformare i servizi pubblici da uffici di burocrazia a organizzatori delle iniziative per migliorare l’occupabilità delle persone che hanno perso il lavoro, tenendo conto delle competenze e della domanda del mercato.

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