Agevolazioni

Resto al Sud, ancora niente incentivi a professionisti e over 35

di Giuseppe Latour

Under 46 e professionisti ancora fuori dal programma Resto al Sud. A poco meno di sei mesi dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, l’allargamento dell’incentivo, per il quale si ipotizzava un’attivazione rapidissima, resta nei cassetti del Governo. Con il risultato di tenere in attesa decine di progetti già pronti.

Resto al Sud è uno strumento gestito da Invitalia, che sostiene la nascita di attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno. Per capire cosa è successo, sono importati i passaggi tecnici. A renderlo operativo, il 6 dicembre del 2017, è stato un decreto interministeriale (174/2017) che ne ha fissato le regole di attuazione, sulla base della cornice creata dal decreto Mezzogiorno (Dl 91/2017). A disposizione ci sono moltissime risorse: la dotazione originaria era di 1.250 milioni, secondo un piano che arriva fino al 2025. E molto di quel denaro è ancora disponibile. Basti pensare che, al 31 marzo, erano stati approvati 2.587 progetti per 81 milioni di agevolazioni (si veda il Sole 24 ore del 15 aprile).

Proprio per ampliare la platea dei beneficiari, la legge di Bilancio 2019 (legge 145 del 2018, articolo 1, comma 601) ha introdotto due correzioni: estensione del bonus anche ai liberi professionisti e innalzamento del tetto di età previsto per fare domanda. Dagli under 36 si arriva fino agli under 46. La manovra, come di consueto, è entrata in vigore a gennaio e, da allora, è iniziata l’attesa.

Il progetto originario era risolvere la pratica in poche settimane. Tra le ipotesi sembra ci fosse addirittura l’approvazione di una semplice circolare, per dare nuove indicazioni sull’attuazione e poi procedere con i progetti. Le cose, però, si sono complicate in corso d’opera. La legge di Bilancio 2019, infatti, è intervenuta sul Dl 91/2017, ma non ha modificato il decreto interministeriale che si trova al gradino successivo della catena. E quel decreto, che fissa le regole operative, nella versione ancora in vigore esclude i professionisti e gli over 35. Insomma, per far ripartire la macchina serve un intervento del ministero per la Coesione territoriale, di concerto con Mise e Mef.

Ad oggi Invitalia (l’ente attuatore) ha le mani legate e non può accogliere domande che rientrino nei nuovi parametri. Così, accade che il Sole 24 Ore riceva lettere di imprenditori quarantenni che, da gennaio 2019, non riescono a presentare il proprio progetto. «Siamo delusi, rammaricati ed alquanto distrutti», scrivono. Raccontando: «Quando abbiamo appreso la notizia che Resto al sud potevano presentarla anche le persone con più di 36 anni, ci siamo messi in moto ed abbiamo anche dovuto sostenere dei costi (abbiamo pagato un architetto per poter mettere su carta quello che sarebbe stato il nostro progetto)».

Dopo sei mesi, però, è tutto fermo. Tanto che Invitalia ha risposto a questi imprenditori di non avere possibilità di esaminare i progetti, in assenza del decreto. Dando, però, una notizia: «A seguito dell’adozione del decreto attuativo, sarà assicurato un periodo transitorio utile a consentire la presentazione delle domande a chi non aveva ancora compiuto il 46esimo anno di età al 1° gennaio 2019, data di entrata in vigore della legge di Bilancio».

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