Adempimenti

Cuneo fiscale: taglio solo da luglio per 2,7 miliardi, 5,4 nel 2021

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Il taglio al cuneo fiscale partirà a luglio; ne beneficeranno i lavoratori con reddito annuo fino a 26mila euro; nel 2020 l’impegno aggiuntivo è valutato in 0,15 punti percentuali di Pil, circa 2,7 miliardi, che nel 2021 saliranno a 0,3 punti di Pil, pari a 5,4 miliardi.

Nell’ultimissima bozza di Nadef, approvata ieri sera dal governo, sono emersi nuovi dettagli al capitolo occupazione, a cominciare dalla riduzione delle tasse sul lavoro. Che si farà, ma scatterà a metà 2020, per far quadrare i conti della manovra. La copertura economica sarà assicurata dalla legge di Bilancio, ma il contenuto della misura sarà dettagliato in uno dei 23 disegni di legge collegati alla manovra, richiedendo così un supplemento di istruttoria. Ancora infatti il governo non ha deciso quale meccanismo utilizzare; due sono le ipotesi al momento più gettonate. Il credito d’imposta produrrebbe un vantaggio fiscale ai lavoratori concentrato su una mensilità, quella di luglio, quando a regime si stima un beneficio fino a 1.500 euro annui, con un impatto progressivo a seconda delle fasce di reddito coinvolte dall’intervento. Mentre con la detrazione si avrebbe un vantaggio fiscale spalmato ogni mese in busta paga. In aggiunta al taglio del cuneo saranno mantenuti gli 80 euro del bonus Renzi, che riguardano la stessa platea fino a 26mila euro di reddito, con l’eccezione degli incapienti (i tecnici del Mef e del ministero del Lavoro stanno studiando come includerli nell’operazione del taglio delle tasse sul lavoro).

Il pacchetto di riforme sul lavoro tratteggiato nella Nadef, contiene anche un piano strategico di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali su cui il ministro Nunzia Catalfo ha avviato un tavolo con le parti sociali, una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, e sul fronte previdenziale la proroga di opzione Donna, l’Ape sociale e l’avvio del Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia per i giovani. Per rafforzare le tutele dei lavoratori ed elaborare nuove strategie occupazionali sarà istituito al ministero del lavoro un Osservatorio nazionale.

Il governo prevede inoltre di sostenere l’intervento di regolazione della rappresentanza sindacale e datoriale realizzato mediante la disciplina di indici rigorosi di misurazione della rappresentatività delle organizzazioni dei lavoratori e delle imprese. E ancora: l’esecutivo si impegna anche, nel rispetto dei princìpi europei e nazionali di tutela della concorrenza, a individuare l’equo compenso per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento, in particolare a danno dei giovani professionisti. Annunciati pure interventi per limitare il fenomeno delle “false partite Iva”; e per rafforzare la lotta al lavoro sommerso, in particolare, alle forme di caporalato.

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