Adempimenti

Baretta: sì alla garanzia per infrastrutture sociali

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di Marco Rogari

«Casse di previdenza e fondi pensione devono mantenere una mission legata alla loro rappresentanza che è fondamentalmente sociale: in questo contesto l’idea di una garanzia pubblica può aiutare gli investitori ad essere più coraggiosi nell’effettuare gli investimenti in economia reale». Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd), profondo conoscitore delle dinamiche del welfare oltre che dei conti pubblici, definisce «condivisibile» l’idea lanciata ieri da Franco Bassanini, dalle colonne del Sole 24 Ore, di una garanzia pubblica concessa dal Governo, sulla falsariga del modello dei piani Juncker e InvestEu, sugli investimenti di Casse di previdenza, gestori di previdenza integrativa e assicurazioni vita in specifiche classi di infrastrutture. Tra gli altri benefici di questa proposta ci sarebbe anche quello di mettere in sicurezza i risparmi previdenziali degli italiani,gestiti da investitori istituzionali.

Per Baretta «è condivisibile il ragionamento che Casse e Fondi possono essere protagonisti di investimenti in economia reale, senza dimenticare che in parte lo sono già». Ma questi “soggetti”, secondo il sottosegretario al Mef, «devono rimanere coerenti con la loro missione che è quella di tutelare le pensioni».

Il terreno su cui provare a dare operatività a questo progetto deve essere quello della salvaguardia sociale. La loro spinta agli investimenti deve quindi essere orientata sulle «infrastrutture al servizio del welfare». Che, secondo il sottosegretario al Mef, «vanno considerate come un filone specifico rispetto a quello delle infrastrutture al servizio della collettività». Anche perché, fa notare Baretta, per effetto delle ricadute dell’attuale andamento demografico inevitabilmente «crescerà la domanda di servizi legati al Welfare». Un esempio emblematico in questo senso è quello delle residenze per anziani di cui oggi si parla molto.

Proprio la necessità di tutelare le pensioni porta Casse e Fondi ad avere «un approccio agli investimenti tradizionali comunque prudente», afferma Baretta, che aggiunge: «quindi, la proposta di una garanzia pubblica può sicuramente indurre questi investitori ad avere maggiore coraggio».

Ma il sottosegretario all’Economia lancia anche un avvertimento: «è necessario anzitutto che sia l’investimento in sé a garantire una redditività. La garanzia pubblica è una sicurezza ma non si deve trasformare in un alibi per gli operatori finanziari». Per arrivare a rendere operativo un sistema comprensivo della garanzia dello Stato occorrerà insomma percorrere un po’di strada e rendere chiaro il meccanismo.

«Bisogna anche capire le formule con cui questa garanzia pubblica può realizzarsi», osserva Baretta. Nella proposta di Bassanini viene, ad esempio, citata esplicitamente Cassa depositi e prestiti. Per il sottosegretario al Mef, «l’intero sistema finanziario e bancario deve essere coinvolto in questa operazione». E proprio questo, per Baretta, «dovrebbe essere un terreno su cui lavorare».

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