Previdenza

Pace contributiva e riscatti laurea battono quota 100

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di Davide Colombo

Se “quota 100” non ha fatto breccia nel cuore dei pensionandi, visto che le adesioni sono per oltre un terzo al di sotto delle attese governative, altrettanto non può dirsi per la pace contributiva. A metà ottobre le domande di riscatto di periodi non coperti da versamenti sono state poco più di 3.500, un dato in linea con le stime annue della relazione tecnica al decreto 4/2019.

La maggioranza delle domande viene dal settore privato e solo 437 da iscritti alla gestione pubblica. Brillante anche il debutto del riscatto laurea agevolato, con oltre 25mila domande (20.890 da lavoratori del settore privato), tremila in più dei riscatti laurea per via ordinaria. Nel loro insieme pace contributiva e riscatti laurea agevolati hanno superato un sette mesi le 28mila domande.

Primi numeri significativi

Si tratta dei primi numeri, che Il Sole24 Ore anticipa in esclusiva, dunque la cautela è d’obbligo. Ma il loro significato è notevole poiché i beneficiari di questi due nuovi strumenti, non avendo contributi prima del gennaio 1996, non sono prossimi alla pensione anticipata né con il riscatto possono raggiungere nel triennio i 20 anni minimi per il pensionamento di vecchiaia. I dati sono significativi anche perché la seconda circolare Inps con le disposizioni attuative finali è arrivata solo a fine luglio, dopo quella emanata in marzo prima della conversione del decreto.

Sperimentazione triennale

Come si ricorderà le nuove disposizioni sono sperimentali come quota 100 e destinate a un rigoroso vaglio alla fine del 2021 prima di deciderne la conferma a regime o la chiusura. Poiché si tratta di nuove opzioni il governo aveva elaborato le stime di adesione partendo dal dato base delle domande di riscatto laurea ordinarie del biennio 2016-2017 (circa 11mila l’anno) e dell’utilizzo del riscatto di vuoti contributivi tra un contratto e l’altro per i lavori discontinui, stagionali o temporanei previsto dal Dlgs 564/1996 (meno di cento all'anno). Considerando neutro l’effetto finanziario del riscatto laurea, il governo aveva previsto maggiori entrate, con 3.500 adesioni l’anno alla pace contributiva, per 24 milioni nel 2019, 46 milioni nel 2020 e 66 milioni nel 2021. L’effetto positivo proseguirebbe fino al 2025, quando i primi pensionamenti guadagnati con il riscatto determinerebbero maggiori oneri per 22 milioni, che salgono a 51 milioni nel 2026.

Recupero anni con sconto

La pace contributiva prevede la possibilità di riscattare fino a cinque anni di mancati versamenti (anche non continuativi) tra il gennaio 1996 e il gennaio 2019 ed è utile sia per il conseguimento del diritto alla pensione sia per la determinazione del suo valore. Il costo del riscatto può essere versato in unica soluzione oppure in rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi per la rateizzazione. Il numero massimo è di 120 rate per un piano di abbattimento decennale. La spesa è detraibile dall’imposta lorda nella misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento e in quelli successivi.

Rateo della spesa in dieci anni

La misura che ha destato maggiore interesse è il riscatto dei periodi di studio in forma agevolata. Ricordiamo che si tratta di una nuova facoltà di riscatto della laurea e dei dottorati di ricerca (se non coperti da contribuzione), fortemente simile a quella introdotta nel 2007 per i lavoratori inoccupati, il cui onere è calcolato allo stesso modo e pari a 5.240 euro, nel 2019, per ogni anno di corso riscattato, rateizzabile anche in questo caso in un massimo di dieci anni senza alcun interesse. Non sono previsti limiti di età per accedere al riscatto laurea agevolato, che può essere esercitato con onere forfettario solo per i periodi di competenza del metodo contributivo. Secondo la legge Dini questo vuol dire che i periodi di studio, in corso, devono collocarsi comunque non prima del 1996, dunque - anche immaginando un’immatricolazione a 18 anni - l’opzione sarà disponibile ai nati fra 1977 e 1978. Un’altra leva rispetto ai candidati a quota 100, ovvero i nati entro il 1959 che compiono 62 anni prima della fine della sperimentazione triennale, fissata al 2021.

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