Contrattazione

Part time vietato per il bonus legato al nuovo «reddito»

di Stefano Rossi

Nella programmazione dell’attività di vigilanza per il 2019, l’Inl ha individuato tra le priorità una vigilanza specifica sul reddito di cittadinanza. I controlli quindi saranno incentrati anche sull’agevolazione contributiva per le assunzioni di lavoratori percettori del sussidio, in base all’articolo 8 del Dl 4/2019 (convertito dalla legge 26/2019). Ai datori di lavoro privati che assumono con contratto a tempo pieno e indeterminato, anche in apprendistato, attraverso la piattaforma digitale dedicata al reddito di cittadinanza, spetta un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, esclusi i premi e i contributi dovuti all’Inail, nella misura dell’importo mensile del reddito di cittadinanza percepito dal lavoratore all’atto dell’assunzione.

Il periodo di fruibilità dell’incentivo è pari alla differenza tra 18 mensilità e quelle già godute dal beneficiario e, comunque, per un importo non superiore a 780 euro mensili, per un periodo non inferiore a cinque mensilità.

La concessione del beneficio è soggetta ad alcune condizioni che, se non rispettate, potranno dare luogo alla perdita dell’incentivo. In particolare, non sarà possibile sottoscrivere un contratto a chiamata, stante il carattere episodico e saltuario della prestazione lavorativa. Preclude il godimento del beneficio anche la stipula di un contratto part-time, con evidenti riflessi occupazionali nei settori ove il lavoro è caratterizzato dalla parcellizzazione della prestazione (servizi di pulizie, grande distribuzione, logistica, edilizia o agricoltura). È vietato, inoltre, licenziare il lavoratore nei 36 mesi successivi all’assunzione, pena la restituzione del beneficio maggiorata delle sanzioni civili, eccetto i casi di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo.

All’assunzione, il datore di lavoro dovrà sottoscrivere con il lavoratore, attraverso il centro per l’impiego, un patto di formazione. Perciò, la stipula di un contratto di apprendistato assolve all’obbligo formativo. Inoltre, l’agevolazione spetta se l’azienda realizza un incremento occupazionale netto del numero dei dipendenti a tempo indeterminato (la norma non chiarisce se rientrino anche i lavoratori part time).

Il decreto richiama il rispetto dei principi contenuti nel Job Act, ma essi hanno in realtà validità generale per tutti i tipi di agevolazioni. Pertanto, rientrano tra le condizioni la regolarità contributiva, l’osservanza della disciplina sulla salute e sicurezza sul lavoro, l’erogazione dei trattamenti retributivi e normativi previsti dai Ccnl di settore sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentativi a livello nazionale, il rispetto dei diritti di precedenza stabiliti dalla legge o dai contratti collettivi, la mancanza di interventi di sostegno al reddito nelle unità produttive ove si assume, l’assenza nei sei mesi antecedenti di licenziamenti nella stessa impresa o in aziende collegate.

Se il titolare del reddito di cittadinanza è destinatario di un provvedimento di revoca del beneficio, con conseguente restituzione di quanto indebitamente percepito, l’effetto non dovrebbe ricadere sul datore di lavoro per l’esonero contributivo già conguagliato, salva l’ipotesi in cui si accerti che l’azienda è concorrente nella commissione del reato.

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