Assegno di ricollocazione, manca il bando per i privati
Entro 30 giorni, a partire dal 2 settembre, i centri per l’impiego (Cpi) dovranno convocare i beneficiari del reddito di cittadinanza del periodo aprile-luglio 2019 tenuti a partecipare a un percorso di inserimento lavorativo (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Le convocazioni dovranno essere fatte, a prescindere dall’effettivo funzionamento del sistema informativo in grado di condividere automaticamente tutte le informazioni necessarie (la cosiddetta “cooperazione applicativa”). Nel caso in cui questa modalità automatica non fosse disponibile, i Cpi dovranno utilizzare i file già trasmessi da Anpal alle Regioni, contenenti i dati dei beneficiari messi a disposizione dall’Inps.
Questo è una parte di quanto concordato nel corso di un incontro del 31 luglio scorso tra il Coordinamento tecnico di Regioni e Province autonome e l’Anpal, che hanno fissato al 15 dicembre la data entro la quale dovrà essere completata la loro presa in carico. In estrema sintesi, entro tale data i beneficiari di aprile-luglio dovranno aver già avuto un primo appuntamento, durante il quale dovranno aver rilasciato la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did), qualora non già resa, i Cpi dovranno aver verificato la presenza di eventuali casi di esclusione o esonero dal Rdc (beneficiari della pensione di cittadinanza o comunque di età pari o superiore a 65 anni, soggetti con disabilità, con carichi di cura di minori di tre anni o di persone con disabilità). Gli stessi Cpi dovranno aver aggiornato la scheda anagrafico professionale (Sap) e aver fatto firmare l’eventuale sottoscrizione del patto per il lavoro.
Nelle more dell’adozione del decreto ministeriale con lo schema del patto per il lavoro, si è convenuto di continuare a utilizzare l'attuale format del patto di servizio introdotto dal Jobs act (articolo 20 del Dlgs 150/2015). Sono esclusi da questa convocazione coloro che si sono già recati presso un Cpi per rilasciare la Did e stipulare il patto di servizio e chi sta già partecipando a una politica attiva (fino al termine della stessa).
Il termine dei 30 giorni per la convocazione si applicherà a regime con lo stock di beneficiari presente nelle banche dati al 30 novembre 2019, che dovrà essere quindi convocato entro il 30 dicembre, per completare così la presa in carico entro il 31 gennaio 2020.
Ai beneficiari già presi in carico dai Cpi, dovrà essere rilasciato obbligatoriamente l’assegno di ricollocazione (Adr), per la cui piena operatività manca l’avviso rivolto agli operatori privati accreditati per la loro candidatura quali enti erogatori del servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione dei beneficiari.
Regioni e Anpal hanno anche convenuto di condividere linee guida omogenee per l’applicazione della conservazione dello stato di disoccupazione. A tal proposito, però, hanno confermato che il “motore eventi” - lo strumento che calcola in automatico lo stato di disoccupazione sulla base delle comunicazioni obbligatorie - sarà pronto solo a ottobre, «nella migliore delle ipotesi».
Anpal ha inoltre informato le Regioni dell’operatività del sistema di acquisizione dei posti di lavoro disponibili nelle aziende, necessario per l’attivazione dei bonus assunzionali previsti dalla disciplina sul Rdc. Per poter ottenere l’incentivo a fronte della contrattualizzazione a tempo indeterminato di un percettore di Rdc, il datore di lavoro deve avere preventivamente caricato la disponibilità su un apposito sistema informativo (secondo le istruzioni fornite con la nota Anpal 10878 del 5 agosto).
Infine, Regioni e Anpal hanno concordato di incontrarsi presto per capire come integrare questo sistema con quelli eventualmente già in uso a livello regionale e per verificare il timing di gestione dei beneficiari di Rdc a regime (cioè il rispetto dei 30 giorni), anche alla luce della consistenza numerica della platea dei beneficiari comunicata ai Cpi.