A giugno due tagli alle pensioni
Il conguaglio negativo relativo agli importi dei primi tre mesi di pensione 2019 sarà effettuato in un'unica rata a giugno e dallo stesso mese sarà ridimensionato il valore degli assegni superiori a 100mila euro lordi l'anno. Queste le novità contenute nel messaggio 1926/2019 dell'Inps pubblicato ieri.
Nel primo trimestre dell'anno gli assegni sono stati calcolati dall'Inps con le regole per l'adeguamento all'inflazione contenute nella legge 388/2000 che, senza ulteriori interventi normativi, sarebbero dovute tornare operative esaurito il periodo di cinque anni in cui la perequazione non è stata applicata per fasce di importo (legge 388/2000) ma sull'intero valore dell'assegno, secondo un sistema introdotto in via temporanea per contenere la spesa previdenziale.
Alla fine dell'anno scorso, con la legge di bilancio 2019, Governo e Parlamento hanno di fatto prorogato, modificandolo leggermente, il meccanismo di adeguamento all'inflazione in vigore e rimandando il ritorno delle regole della legge 388/2000. Tuttavia, dato che la legge di bilancio è stata approvata negli ultimi giorni di dicembre, l'Inps non è riuscita ad applicarla subito e a gennaio, febbraio e marzo le pensioni sono state calcolate e pagate con le vecchie regole. Da aprile, invece, sono stati messi in pagamento gli importi esatti.
Ciò comporta la necessità di recuperare le differenze del primo trimestre. Operazione che verrà effettuata in un'unica soluzione sulla mensilità di giugno. Si tratta di un conguaglio, a sfavore dei pensionati, di importo ridotto e che comunque non tocca chi l'anno scorso percepiva assegni fino a 1.522,26 euro mensili lordi per i quali il vecchio e nuovo meccanismo di calcolo sono identici. Per chi incassava da poco più di 1.522 euro fino a 2.000 euro la differenza mensile lorda da restituire è inferiore all'euro. Si aggira sui 5 euro per gli assegni oltre i 2.000 e fino a 2.500 euro, per poi salire e arrivare, per esempio a 25 euro per chi ne riceve poco più di 5mila.
Sempre a giugno scatterà il taglio alle pensioni di importo oltre i 100.000 euro lordi annui e le somme in più pagate da gennaio a maggio saranno recuperate in tre rate da giugno ad agosto. Anche in questo caso si tratta di una disposizione contenuta nella legge 145/2018 che resterà in vigore fino al 2023 incluso. Finora, però, non è stata applicata e di conseguenza sono stati messi in pagamento gli importi pieni, che dal prossimo mese saranno adeguati alle nuove regole. Quanto erogato in più da gennaio a maggio verrà recuperato in tre mesi: giugno, luglio e agosto. Per questi ultimi pensionati a giugno si sommeranno tre disposizioni: il recupero della perequazione dei primi tre mesi, la rideterminazione dell'importo della pensione e la prima rata del conguaglio relativo ai primi cinque mesi.