Giovani disoccupati di nuovo in crescita
L’andamento stagnante dell’economia si riflette sul mercato del lavoro che è in stallo: ad aprile l’Istat registra un tasso d’occupazione stabile al 58,8% dovuto ad un calo tra i 15-34enni (-52 mila) compensato dall’aumento delle altre fasce d’età che si concentra in prevalenza tra gli ultracinquantenni (+46 mila). La leggera crescita di occupati a termine e a tempo indeterminato (per entrambi + 11mila) è bilanciata dalla diminuzione degli indipendenti (-24mila).
Il tasso di disoccupazione è stabile al 10,2%, ma riprende a salire per i giovani toccando il 31,4% tra i 15 e 24 anni (+0,8% su marzo). Per avere un termine di paragone, secondo i dati di Eurostat sulla disoccupazione, peggio dell’Italia troviamo solo la Grecia (18,5% a febbraio) e Spagna (13,8%), mentre in Europa la quota di senza lavoro è scesa al 7,6% (ai livelli di agosto 2008). Tra i giovani il divario con il resto d’Europa è ancora maggiore; anche in questo caso a parte la Grecia (38,8% a febbraio) e la Spagna (32,7%), la media europea è del 14,2% nella zona euro al 15,8% , e restiamo anni luce distanti dalla Germania (5,3%). Il tasso di inattivi è stabile al 34,3% per il terzo mese consecutivo, in aumento tra i 15-34enni (+38mila).
Fin qui i confronti congiunturali, mentre il tendenziale rispetto ad aprile 2018 segna un leggero aumento degli occupati (+56mila), sia 15-24enni (+39mila) che ultracinquantenni (+232mila) compensati da un calo per le fasce di età centrali, legato però all’andamento della componente demografica. Rispetto ad aprile 2018 crescono sia i dipendenti a termine (+50mila) che i permanenti (+42mila), mentre calano gli indipendenti (-36mila). Su base annua ci sono meno disoccupati (-203mila), e più inattivi (+17mila).
Preoccupati i sindacati, chiedono una correzione di rotta nelle politiche del governo. «Dietro alla stabilità dei dati - commenta Tania Scacchetti (Cgil) - si celano gravi problemi strutturali del mercato del lavoro: cresce l’occupazione solo per gli over 50, mentre i giovani sono condannati a sognare un posto di lavoro e il tasso di disoccupazione è tra i più alti dell’Unione europea».Per Luigi Sbarra (Cisl) «il mercato del lavoro è in stallo, del resto non ci si può attendere nulla di diverso sul fronte occupazionale, visto che da mesi ormai l’Italia è ai margini della recessione».