Contrattazione

In Saipem con la app Jojob si può offrire un posto in auto ai colleghi

di M. Me.

«Non so se ha presente la situazione di San Donato nelle ore di punta, dalle 8 alle 9 di mattina e poi dalle 17 alle 18 di sera. Ci sono circa 18mila lavoratori di Eni, Saipem, Bmw, Cerved, Aurora e Unipolsai, più di altre realtà minori, che si devono spostare, e strade e metropolitana sono sempre intasate». Vincenzo Lacalamita è mobility manager di Saipem e gestisce direttamente tutte le politiche legate all’accesso e allo spostamento dei dipendenti dell’azienda nella sede, a sud di Milano. Ma il «commuting time» della vecchia Metanopoli non è più solo un affare del cane a sei zampe, visto il numero di compagnie ormai insediate nell’area: nelle ore di punta si contano circa 20mila auto in circolazione, per un totale di 62mila spostamenti nelle giornate-picco. «Mi confronto spesso con i colleghi delle altre aziende e li ho incontrati anche recentemente - spiega -: siamo stati contattati dal Comune di San Donato per cercare soluzioni che permettano di rendere più vivibile il contesto intorno alle nostre sedi aziendali».

L’azienda cerca da tempo di ridurre l’impatto del traffico sul centro alle porte di Milano. Lo fa per esempio con la creazione di apposite navette aziendali, pagate dalla società e riservate ai dipendenti del gruppo Eni e di Saipem. In ottemperanza agli obblighi del Decreto Ronchi, Saipem ha realizzato un piano dello spostamento casa-lavoro, analizzando le modalità con le quali i lavoratori si muovono in itinere tra l’abitazione di residenza e l’azienda. Il risultato non è stato una sorpresa. «La maggior parte dei dipendenti - riconosce Lacalamita - viene in macchina». L’azienda sta però cercando di mettere in campo alternative credibili per incentivare il ricorso a una mobilità il più possibile sostenibile. La prima alternativa è la metropolitana: l’azienda incoraggia l’uso dei mezzi pubblici riconoscendo ai dipendenti la diluizione del pagamento dell’abbonamento all’interno del cedolino della busta paga (la società anticipa l’importo che viene restituito in 12 rate mensili); è inoltre possibile richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’abbonamento a beneficio di colleghi o familiari a carico, fino al raggiungimento della quota credito welfare.

Recentemente è stato promosso, insieme con Saipem, Eni e Unipol, un piano per l’utilizzo del bike sharing. «Abbiamo partecipato al progetto bike sharing del Comune - spiega il mobility manager -: ora sono presenti tre stazioni bici nelle vicinanze dei nostri palazzi. Ne beneficiano i dipendenti e anche i famigliari, fino a un massimo di due per ogni lavoratore. Per loro è previsto solo un costo di 3 euro per l’invio della tessera e di 5 euro per la ricarica». Il gruppo incentiva inoltre il car sharing, grazie alla rete Enijoy: le macchine sono parcheggiate nelle vicinanze del palazzo della sede, e per i dipendenti sono previste delle tariffe agevolate rispetto a quelle di mercato. Infine c’è Jojob, il car pooling aziendale. «Funziona con una applicazione - spiega Lacalamita -: i colleghi possono offrire un posto auto». L’ultimo progetto allo studio riguarda la bici elettrica. «La materia è di nostro interesse - spiega il mobility manager -, stiamo valutando diversi scenari, anche se non abbiamo ancora definito nulla al momento».

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