Fondirigenti: in tre anni investiti 158 milioni per oltre 45mila manager
Più di 45mila dirigenti formati in tre anni, 8.250 piani approvati per altrettante imprese, con un faro specifico sulle esigenze legate a Industria 4.0, 100 milioni di risorse stanziate e 58 milioni di co-finanziamento per le imprese coinvolte. Fondirigenti, il fondo di Confindustria e Federmanager per la formazione manageriale d’Italia, che conta 14mila imprese, 80mila tra dirigenti e manager associati e una quota di mercato pari al 75%, presenta oggi a Milano il primo (in assoluto per il settore) Bilancio sociale d’impatto, 2015-2018.
Tra le iniziative realizzate spicca l’affiancamento a quelle aziende alle prese con la rapidissima trasformazione digitale in atto: nell’ultimo triennio, Fondirigenti ha investito sulla formazione nei big data, nella cybersecurity, nel digital marketing e nell’automazione dei processi oltre 27 milioni di euro, coinvolgendo 3.500 dirigenti attraverso 250mila ore di “aggiornamento” professionale. I piani che hanno ottenuto risorse sono stati più di 1.500, ed è stato riscontrato, anche, un fattore moltiplicatore degli investimenti del 180 per cento.
Ed è proprio il valore generato dall’attività formativa un altro dato che viene evidenziato nel documento: per ogni euro investito in formazione - è scritto - le imprese interessate hanno un ritorno di 16 euro, frutto di benefici diretti e indiretti, quali ad esempio risparmi di spesa in formazione, servizi che Fondirigenti mette a fattor comune, disponibilità di maggiori risorse per gli investimenti privati. E, non ultimo, aumento della produttività. A certificarlo è pure uno studio dell’università di Trento: «Al raddoppio degli investimenti in formazione manageriale corrisponde un incremento della produttività aziendale per gli aderenti del 12 %». E guarda caso proprio «sul recupero di produttività e sui maggiori investimenti in capitale umano l’Italia ha bisogno di recuperare (e in fretta) terreno in raffronto con i principali competitor comunitari», osserva Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti.
Certo, le “zavorre” non mancano, a partire dai costi legati alla burocrazia che invece di ridursi crescono negli anni: nel periodo 2015-2018 l’aumento medio annuo è stato addirittura del 33%, e a soffrirne sono in primis le pmi. Qui Fondirigenti chiede un intervento chiaro al governo: la semplificazione normativa e regolamentare dei fondi interprofessionali, per liberare il loro potenziale di “agilità e concretezza”. Del resto, la transizione digitale di aziende e territori è ormai una realtà irreversibile. Su questo punto, nel biennio 2017-2018, il Bilancio sociale d’impatto riporta 21 iniziative realizzate in 10 regioni che hanno interessato oltre mille dirigenti (in testa la Lombardia). Larga parte dei progetti ha guardato alle esigenze di territori e settori, alle azioni di sensibilizzazione e informazione e all’individuazione delle competenze giuste al tempo del 4.0. Nel mirino sono entrati anche i giovani, con l’obiettivo di favorire l’osmosi tra imprese e sistema dell’educazione professionalizzante di alto livello.