Al via il tavolo per il contrasto del caporalato
Prende corpo, sia pure con un certo ritardo, la struttura organizzativa e operativa del tavolo per il contrasto del fenomeno del caporalato: è l'effetto della pubblicazione del decreto interministeriale 4 luglio 2019.
L’operatività del tavolo, prevista da un emendamento inserito in sede di conversione del decreto legge 119/2018, doveva già essere contenuta nella legge di bilancio 2019 ma fu stralciata all'ultimo momento in quanto norma ordinatoria (salvo poi riproporla nel primo provvedimento utile in corso di approvazione).
La nuova struttura, per usare le parole del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, risponde alla esigenza di assicurare «la presenza dello Stato» nel contrasto del fenomeno, monitorando sul territorio «l'andamento delle leggi» sulla gestione delle persone, operando forme di raccordo e coordinamento tra coloro che sono in grado di assicurare una presenza diffusa sul territorio (forze dell'ordine, sindacati, ispettori, ecc.) e il rappresentante politico. Alle riunioni del tavolo, presieduto dallo stesso ministro del Lavoro, parteciperanno, oltre ai rappresentanti dei vari ministeri interessati, esponenti di Anpal, Inps, Inl, delle Forze dell'ordine, nonché rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del terzo settore (in questi ultimi casi previa presentazione di apposita manifestazione di interesse).
In qualità di uditori potranno inoltre essere ammessi rappresentanti di organizzazioni internazionali operanti nei settori dell'immigrazione e del lavoro, qualora le riunioni riguardino i rispettivi ambiti di competenza.
Il tavolo, suddiviso in sei gruppi di lavoro (vigilanza e repressione, intermediazione domanda/offerta di lavoro, adeguamento prezzi dei prodotti agricoli, trasporti, alloggi e foresterie temporanee, rete del lavoro agricolo di qualità) opererà sulla base di un apposito piano triennale e si riunirà almeno tre volte all'anno.
Tra i compiti (articolo 1 del decreto) si segnalano quelli di indirizzo e programmazione delle attività finalizzate al contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, il coordinamento delle azioni mirate alla prevenzione del fenomeno, la condivisione delle buone prassi sperimentate a livello locale, l’elaborazione di proposte normative relative al contrasto e alla prevenzione del fenomeno.
Sono previste collaborazioni con le sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità, cui aderiscono le imprese agricole in possesso di determinati requisiti nonché, tramite apposite convenzioni, le istituzioni locali attive nel settore.