Previdenza

Pensioni, scivoli a sette anni con il contratto di espansione

di Marco Mobili e Claudio Tucci

Si chiama «contratto di espansione»; e per le imprese con più di mille lavoratori può rappresentare una nuova modalità di gestione dei complessi processi di re-industrializzazione e riorganizzazione per spingere più forte su sviluppo tecnologico e, al tempo stesso, per modificare le competenze del personale. È contenuto in uno dei 13 emendamenti depositati ieri alla Camera dai due relatori al decreto Crescita, Giulio Centemero (Lega) per la commissione Finanze e Raphael Raduzzi (M5S) per la commissione Bilancio. Correttivi che spaziano dalla Tonnage tax all’estensione del credito d’imposta alle imprese che partecipano alle fiere non solo estere ma anche a quelle che si svolgono in Italia (salone nautico o la fiera del mobile per citarne alcune). Tra le modifiche proposte dai relatori anche l’aumento a 5 milioni (oggi è di 2,5 milioni) per l'emissione e lo sviluppo del mercato dei minibond a sostegno delle imprese. Si prevede poi la possibilità di accesso al Fondo di garanzia per le imprese edili. Mentre sul fronte degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica nelle zone a rischio sismico la cessione del credito d’imposta per ottenere uno sconto dall’impresa che svolgerà i lavori viene resa possibile anche da quest’ultima nei confronti del fornitore di beni e servizi. Mentre resta preclusa la cessione dei crediti a banche e intermediari finanziari. Per salvare e consentire al comune di Campione d’Italia di saldare i conti con i propri fornitori, spunta poi l’erogazione di 5 milioni all’anno.

Gli emendamenti presentati dai relatori, che quasi certamente saranno accompagnati da un nuovo pacchetto dato in arrivo a Montecitorio per oggi, e i continui vertici di maggioranza hanno fatto slittare l’esame dell’Aula. Oggi dovrebbero arrivare i primi voti “veri” sugli emendamenti concordati tra Cinque stelle e Lega e bollinati dalla Ragioneria. Con tutta probabilità il via libera delle due commissioni non arriverà prima della serata di mercoledì e il voto dell’Aula al testo su cui il Governo, quasi certamente, porrà la questione di fiducia potrebbe arrivare a inizio della prossima settimana.

La novità più rilevante di ieri per il Dl crescita resta comunque il nuovo contratto di espansione. Ha natura gestionale, varrà in via sperimentale per il 2019 e il 2020 e dovrà essere sottoscritto con ministero del Lavoro e sindacati comparativamente più rappresentativi. L’obiettivo è sostituire i contratti di solidarietà espansiva. Accanto alle «misure» destinate al personale «in esubero», il contratto di espansione dovrà inoltre contenere, obbligatoriamente, un dettagliato programma di nuove assunzioni accanto a un altro dettagliato «progetto di formazione e di riqualificazione» che il dicastero oggi guidato da Luigi Di Maio è tenuto a «vidimare».

Particolare attenzione agli interventi per gestire uscite o turn-over strategico (oggi, in media, gli esodi più o meno incentivati si spingono tra i due e i tre anni dalla pensione, perché onerosi per i datori). Qui, nel dettaglio, sono previste, e dovranno essere specificate nel contratto di espansione, tre cose. La prima è una (ennesima) deroga alle attuali regole sulla Cigs introdotte dal Jobs act che, in questo caso, potrà essere «richiesta per un periodo non superiore a 18 mesi, anche non continuativi». La seconda misura è rivolta ai lavoratori che si trovino a non più di 84 mesi dal conseguimento della pensione (sia di vecchiaia, sia anticipata). In tale ipotesi, sarà l’azienda, «a fronte della risoluzione del rapporto di impiego», a versare un’indennità mensile liquidabile anche in unica soluzione, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del suo contratto, così come determinato dall’Inps (nel caso si arrivi prima alla pensione anticipata, l’impresa dovrà versare pure i relativi contributi previdenziali utili, ovviamente con esclusione degli accrediti figurativi).

Il maxi-scivolo di sette anni, con tutti i collegati obblighi e diritti, potrà essere riconosciuto anche per il tramite dei fondi di solidarietà bilaterali (laddove già costituiti o in corso di costituzione, senza dover modificare i rispettivi statuti). La terza misura, riguarda i lavoratori che, per ragioni di età o di contributi, non possono accedere al maxi-scivolo: per costoro, sarà consentita una riduzione oraria al massimo al 30% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile. Per ciascun lavoratore può, tuttavia, essere concordata, ove necessario, una riduzione dell’orario fino al 100% nell’arco del’intero periodo del contratto di espansione.

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