Agevolazioni

Partecipazione dei lavoratori nell’impresa, al via il Fondo di sostegno

di Antonio Carlo Scacco

Pubblicato sul sito del ministero del Lavoro (www.lavoro.gov.it) il decreto del ministro del Lavoro approvato il 20 giugno scorso in attuazione (assai tardiva) del Fondo per la partecipazione dei lavoratori nell'impresa istituito dalla legge finanziaria per il 2014 (precisamente il co. 180 dell'articolo 1). Il Fondo in questione, finanziato con due milioni di euro per il 2014 e cinque per l'anno successivo, avrebbe dovuto perseguire l'incentivazione di iniziative volte alla partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese nonché alla diffusione dei piani di azionariato rivolti a lavoratori dipendenti. Sennonché il relativo decreto ministeriale attuativo avrebbe dovuto essere adottato entro sessanta giorni dalla entrata in vigore della legge, termine, come si è detto, ampiamente superato. All'origine della norma la previsione contenuta nell'articolo 46 della Costituzione, in base al quale «la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende». Un diritto rimasto in gran parte sulla carta, nonostante numerose iniziative parlamentari e i costanti richiami del diritto europeo (a solo titolo di esempio la direttiva 2001/86/CE, che prevede il coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni societarie limitatamente alla vigilanza, o la 2002/14/CE in materia di informazione e della consultazione dei lavoratori). In realtà il ritardo nell'attuazione è fondato su precise motivazioni politiche: il Governo insediatosi pochi mesi dopo l'approvazione della norma ha inteso privilegiare la partecipazione dei lavoratori agli utili (inclusa la distribuzione delle azioni) attraverso la previsione di una disciplina tributaria di vantaggio (attuata da ultimo con la legge di Stabilità per il 2016 e le successive norme regolamentari).
Il decreto ministeriale in esame riconosce un beneficio alle sole società per azioni italiane, ovvero Ue con sede in Italia, consistente nel riconoscimento di una somma pari al 30%, del valore dell'azione assegnata al lavoratore a titolo gratuito (stock grant), o di un importo pari al 30% della differenza tra il valore dell'azione e l'importo di sottoscrizione offerto (nel caso di assegnazione a titolo oneroso). In quest’ultima evenienza la sottoscrizione di azioni non deve eccedere il 20% della retribuzione netta annua del lavoratore, comprese eventuali maggiorazioni contrattuali. Il beneficio riconosciuto è a carico dell'Erario e non può essere comunque superiore a 10 euro per azione. I lavoratori interessati sono i soli operai, impiegati e quadri con contratto a tempo indeterminato. Il valore della azioni si determina sulla base del valore nominale, oppure, se la società è quotata, in base al prezzo medio ponderato dell'ultimo semestre di quotazione. Per accedere occorre presentare una apposita domanda (non più di una per impresa) alla Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali. Un apposito avviso di prossima pubblicazione sul sito Minlav stabilirà termini e modalità (è prevista anche l'osservanza della clausola de minimis). Le richieste saranno accolte solo nei limiti delle disponibilità del Fondo: ove eccedenti saranno proporzionalmente ridotte.

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