Rapporti di lavoro

Ordini: serve l’equo compenso

di Federica Micardi

A chiamare i professionisti a una grande manifestazione è il Comitato unitario delle professioni insieme alla Rete delle professioni tecniche. Cup e Rete fanno quadrato intorno alla necessità di avere una previsione legislativa che tuteli il lavoro degli iscritti agli albi, in generale, e quello dei più giovani in particolare, e che ponga un freno a sentenze come la 4614/2017 del Consiglio di Stato che legittima un bando che quantifica in «1 euro» il compenso del professionista.

L’attenzione sul tema c’è da tempo, e la Commissione lavoro del Senato è impegnata in questi giorni sul disegno di legge proposto dal senatore Sacconi. Ma proprio su quel Ddl la scorsa settimana è arrivato il parere della segreteria tecnica del sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, che chiede la notifica del Ddl alla Commissione europea prima della sua adozione perché, stabilisce «di fatto una reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie». Contro questa critica Cup e Rete fanno scudo: «L’equo compenso per i professionisti non ha nulla a che vedere con la reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie - spiegano - e pertanto non c’è alcun motivo per fermare l’iter legislativo avviato in Parlamento per colmare il vuoto creatosi a partire con le liberalizzazioni del 2006».

Il disegno di legge all’esame del Parlamento - spiegano Cup e Rete in un comunicato congiunto - non prevede affatto tariffe minime obbligatorie ma, molto più semplicemente, una presunzione giuridica, quindi superabile, per cui i compensi inferiori a quelli fissati dai parametri ministeriali sono appunto iniqui. I parametri ministeriali sono, infatti, fonti statali e non atti delle professioni regolamentate, per cui è escluso che possano essere qualificati come intese restrittive della concorrenza».

Alla battaglia per l’equo compenso si associa anche l’onorevole Cesare Damiano, che la scorsa settimana ha presentato una proposta di legge in merito, per tutte le professioni, ordinistiche e non: «L’esperienza delle liberalizzazioni è stata un fallimento - afferma - siamo arrivati al lavoro gratuito nella pubblica amministrazione».

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