Sull’opzione ancora tanti punti interrogativi
È l’anticipo pensionistico la novità ritenuta più interessante dal pubblico che ha seguito di persona Tuttopensioni 2017. Del resto non poteva essere diversamente, tenuto conto dell’evidenza che il governo ha dato all’Ape durante la prima fase di messa a punto dello strumento e per una questione di numeri: secondo le stime dell’esecutivo, l’anticipo, nella sua versione aziendale e sociale, potrebbe riguardare circa 470mila persone tra il 2017 e il 2018.
Novità ritenuta interessante sulla carta, ma per la cui applicazione mancano ancora diversi dettagli operativi. Ecco quindi la “fame” di informazioni per cercare di anticipare i tempi, rispetto all’avvio vero e proprio, che per l’Ape è previsto a maggio. «L’Ape sociale – ritiene Barbara Brusasca, consulente del lavoro – mi sembra utile per quei lavoratori che si trovano in determinate situazioni, senza lavoro e in prossimità della pensione. Sulla carta, però, è complicata e che funzioni è tutto da vedere». Stessa valutazione per il nuovo cumulo, di cui va verificata la fattibilità sul campo, tuttavia «mi sembra che rispetto al passato ci sia stato uno slancio fattivo». Alla ricerca di qualche indicazione in più sull’Ape, però nella versione “aziendale”, è Ilaria Fasson dell’associazione Api Milano: «Interessa conoscere quali sono le varie sfaccettature e quali agevolazioni ci possono essere per quanto riguarda i contributi versati dalle aziende. Alcune imprese si sono già rivolte a noi, anche su impulso dei dipendenti».
Non ritiene particolarmente appetibile l’Ape, come modalità di uscita del personale in aziende in buono stato di salute, Angela Lavazza, advisor normativo per un gruppo bancario, secondo cui, invece tra le novità introdotte dalla legge di Bilancio è particolarmente interessante «l’ampliamento delle possibilità di trasformare i premi di produttività in previdenza integrativa».
Ha riscontrato l’interesse dei clienti verso l’Ape sociale e quella volontaria il giovane subagente assicurativo Claudio Crespi: «Vogliono capire meglio come funziona, soprattutto quelli vicini all’età pensionabile». E sul fronte informativo riconosce l’utilità della busta arancione «che ha dato a molti una spinta a informarsi», anche se, rileva, per quanto riguarda la previdenza complementare l’interesse attualmente è ancora basso tra i giovani. Del resto che ci sia molto da fare sul “secondo pilastro” ne è convinto Luca Cumia, che lavora per Alleanza Assicurazioni, ma per il quale «si sta andando verso una chiarezza auspicabile».
Sono ancora diversi i punti da chiarire, invece, sul cumulo dei contributi, in particolar modo per quanto riguarda l’estensione, contenuta nella legge di Bilancio, alle Casse di previdenza dei professionisti. Per questo motivo, tra chi ha seguito i lavori di Tuttopensioni 2017, c’era anche l’ingegnere Giuseppe Bassi «interessato in particolare al cumulo previdenziale» sia in quanto libero professionista che come delegato per la provincia di Bergamo di Inarcassa.
Tra il pubblico non mancavano i pensionati, come Piero Lucchetti, in cerca di informazioni da “trasferire” alle figlie, o Giovanni Laratta il quale, nonostante l’Ape non vede «all’orizzonte una politica che punti a una maggior perequazione delle pensioni che elimini i trattamenti privilegiati» e non è soddisfatto da provvedimenti «a protezione di alcune categorie che sono comunque provvisori».