Contrattazione

Somministrazione, uno strumento di flexsecurity

di Gianni Bocchieri e Giampiero Falasca

Secondo un vecchio e abusato slogan delle scuole di management, per essere vincenti bisogna riuscire a trasformare i vincoli in opportunità. Questa è la sfida che attende le Agenzie per il lavoro di fronte allo scenario nuovo – e imprevisto – scaturito dall’entrata in vigore del nuovo Decreto lavoro.

Una sfida che può essere vinta perché il decreto, pur molto restrittivo per tutte le forme di lavoro flessibile, contiene alcuni elementi che potrebbero valorizzare la somministrazione di manodopera anche nel nuovo contesto.

Il primo elemento consiste nella specialità della somministrazione, che – in coerenza con le chiare indicazioni delle direttive comunitarie – resta soggetta a vincoli meno stringenti del lavoro a tempo determinato ordinario (non si applicano lo “stop and go” e il diritto di precedenza, il meccanismo delle causali è riferito al singolo utilizzatore, la disciplina delle proroghe è soggetta alle norme collettive di settore).

Il secondo elemento riguarda il nuovo limite quantitativo del 30%, inteso come sommatoria di somministrati e dipendenti a termine diretti. Questo limite è più ampio dell’altra soglia, già esistente, del 20% per i soli lavoratori a termine diretti, e fornisce al mercato un’indicazione molto chiara in favore della somministrazione di manodopera.

Un altro vincolo che si potrebbe trasformare in opportunità è il nuovo tetto di durata massima di 12 mesi (24, in casi del tutto eccezionali) applicabile a tutti i rapporti a termine, anche in regime di somministrazione a termine.

Per non dover lasciare a casa i lavoratori che raggiungono tale durata, le imprese potrebbero utilizzare uno strumento fin qui poco valorizzato, la somministrazione di manodopera (il cosiddetto staff leasing), che si candida ad assorbire tutta quella domanda di flessibilità che non potrà più trovare una risposta adeguata nei rapporti a termine.

Il ricorso massiccio allo staff leasing avrebbe un effetto positivo su tutto il mercato del lavoro, in quanto frenerebbe pericolose fughe verso forme contrattuali meno regolari e più opache. Sarebbe opportuno che tale contratto fosse valorizzato anche dalla contrattazione collettiva, che dovrà scrivere regole capaci di rendere meno costoso e più fruibile lo strumento, sia nella fase di gestione, sia in quella di chiusura del rapporto.

Un altro elemento che potrebbe valorizzare il lavoro tramite Agenzia è la reintroduzione del reato di somministrazione fraudolenta: una norma che tanti giudicano inutile ma che, invece, può diventare uno strumento efficace per combattere tutti quei soggetti che hanno come unisco scopo sociale l’aggiramento dei vincoli fissati dalla legge o dai contratti collettivi, senza fornire servizi di qualità alle imprese e ai lavoratori.

Se le Agenzie per il lavoro e le parti sociali (chiamate a tradurre questi spunti negli accordi collettivi) saranno in grado di cogliere questi spunti, la somministrazione di manodopera potrà consolidare il proprio ruolo di principale forma di flexsecurity, allontanando l’immagine – sbagliata - di precarietà che troppo spesso viene associata a questo rapporto.

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