Contrattazione

La tracciabilità frena i voucher

di Giorgio Pogliotti

Tra gennaio e novembre 2016 il saldo tra assunzioni e cessazioni resta positivo (+567mila), ma inferiore rispetto allo stesso periodo del 2015 (+688mila). Questa frenata è legata soprattutto all’andamento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato: anche in questo il saldo è positivo (66mila) ma al di sotto del 2015 (661mila).

Lo rileva l’Osservatorio dell’Inps, sottolineando che il calo va messo in relazione all’impatto positivo che ha avuto sul 2015 la decontribuzione integrale delle assunzioni a tempo indeterminato (per una durata triennale), che si è attenuato nel 2016, quando lo sgravio è sceso al 40% (per una durata biennale). Quanto alla vendita dei voucher, l’Inps evidenzia che il trend va stabilizzandosi da ottobre 2016, in corrispondenza con l’entrata in vigore del decreto correttivo del Jobs act con l’introduzione della tracciabilità: la variazione sul 2015 ha avuto «una significativa flessione», a dicembre si è attestata su valori prossimi allo zero, il numero dei voucher venduti (11,5 milioni) è «sostanzialmente equivalente» a quello di dicembre 2015 (11,4 milioni). Nel complesso tra gennaio e dicembre del 2016 sono stati venduti 133,8 milioni di voucher, in crescita del 23,9% rispetto al 2015 (che,a sua volta, aveva avuto un incremento del 57,7% sul 2014). «Si è sostanzialmente fermata la tendenza di incremento dei voucher - commenta il ministro del lavoro, Giuliano Poletti-. È un primo effetto delle norme sulla tracciabilità introdotte a ottobre, che conferma la correttezza della scelta del Governo per contrastare l’utilizzo improprio dei voucher. Il Governo resta impegnato in un’attenta analisi del fenomeno per l’elaborazione di proposte per ricondurre questo strumento alle finalità originarie». Marco Leonardi, capo del team di esperti economici di Palazzo Chigi, fa sapere che «valuteremo attentamente i dati su utilizzatori e committenti, potrebbe servire un intervento che limiti l’uso dei voucher nelle aziende al solo lavoro occasionale». Le regioni in cui si usano di più i buoni del valore nominale di 10 euro restano la Lombardia (25 milioni), il Veneto (17,1 milioni) e l’Emilia Romagna (16,7 milioni).

Tornando ai dati dell’Osservatorio che riguarda i dipendenti privati (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli), compresi i lavoratori in somministrazione e a chiamata e nella Pa i lavoratori degli enti pubblici economici, fotografando i flussi, ovvero le assunzioni, cessazioni e trasformazioni (che non coincidono con il numero dei lavoratori): la percentuale di nuovi rapporti di lavoro attivati o variati a tempo indeterminato, sul totale dei rapporti attivati e variati tra gennaio e novembre 2016 è del 29,1%, contro il 39,3% del 2015 e il 31,8% del 2014. Le assunzioni con bonus contributivo sono state 358mila, le stabilizzazioni dei rapporti a termine sono state 134mila per un totale di 492mila rapporti di lavoro agevolati.

Le cessazioni calano del 4%: la flessione più forte riguarda i contratti a tempo indeterminato (-7%). Guardando le tipologie, i licenziamenti dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (562mila) crescono rispetto al 2015 (540mila), ma sono in calo sul 2014 (570mila). Sul trend degli ultimi mesi, per l’Inps «ha inciso l’introduzione dell’obbligo delle dimissioni on line». I licenziamenti economici sono stati 441mila contro i 419mila del 2015 e i 447mila del 2014, i licenziamenti disciplinari 67mila, in crescita rispetto ai 53mila del 2015 e i 50mila del 2014. Per Maurizio Sacconi (Ap) «il mancato adempimento della nuova, complicatissima, regolazione delle dimissioni, ora necessariamente on line, costringe molti datori di lavoro al licenziamento del lavoratore dimissionario in quanto assente non giustificato».

L'impiego dei voucher

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