Previdenza

Inarcassa, il servizio «Vitruvio» supera la prova del mercato

di Matteo Prioschi


Diciannove operazioni concluse, per un controvalore complessivo incassato di 350mila euro e uno sconto medio (costo a carico del professionista) del 6%, altre 38 pratiche in lavorazione corrispondenti a 13 milioni di euro di credito vantato presso la pubblica amministrazione, 30mila visite al sito internet dedicato (vitruvio.crediticertificati.it), un migliaio di utenti registrati, di cui 600 vantano circa 11 milioni di euro di crediti. Questi i numeri di Vitruvio, il servizio di credito pro soluto lanciato da Inarcassa lo scorso mese di aprile.

Lo strumento, a disposizione di architetti e ingegneri iscritti alla cassa di previdenza, e ai non iscritti titolari di partita Iva, consente di cedere gli importi vantati presso la pubblica amministrazione, certificati sulla piattaforma crediti commerciali del Mef, e incassare liquidità o utilizzare il credito per regolarizzare posizioni contributive presso Inarcassa.
«Abbiamo verificato che il sistema funziona – ha affermato il presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro in occasione della presentazione dei risultati, avvenuta ieri – dobbiamo lavorare ancora per incrementarne l'utilizzo». In questi mesi la cassa di previdenza, insieme ai partner dell'operazione, Cfn, Officine Cst e Banca Valsabbina, ha registrato una certa inerzia all'adozione del credito pro soluto «perché – ha affermato Fabio Cappon, presidente di Cfn - tra i professionisti non è ancora molto diffusa la cultura della certificazione e della cessione del credito a un soggetto finanziario». Ma anche la pubblica amministrazione a volte non risponde in modo positivo e in tempi rapidi alla richiesta di certificazione dei crediti. Tuttavia un segnale positivo è costituito dal fatto che si è registrato un interesse maggiore da parte dei professionisti piuttosto che dalle società, probabilmente in quanto queste hanno a disposizione anche altre soluzioni come il factoring pro soluto. E il trend è incoraggiante anche perché la registrazione alla piattaforma di certificazione del Mef è più complessa per i liberi professionisti, in quanto obbliga a recarsi fisicamente in un ufficio, senza poterla completare online.

Le operazioni compiute nei primi mesi hanno fatto registrare un importo medio di circa 18mila euro, con un massimo di 40mila e un minimo di 13mila. Lo sconto è oscillato tra il 3 e l'8%, valore che include tutti i costi a carico del professionista. Delle 1.000 richieste inserite nel sistema, il 30% è stato scartato o perché il credito era già stato azionato oppure perché l'ente pubblico risultava in dissesto. Questa soluzione costituisce un canale di sviluppo interessante per le banche, come ha sottolineato Paolo Gesa, responsabile divisione business di Banca Valsabbina: «il mondo del credito sta cambiando e sempre più si faranno strada canali alternativi di accesso al credito rispetto alla richiesta che si effettua allo sportello bancario. Operazioni di questo tipo consentono alle banche di diversificare l'attività e di fare impieghi risparmiando capitale».
A fronte dei riscontri positivi registrati, si guarda già a un possibile ampliamento del raggio di azione di Vitruvio: «Mi auguro che altre Casse, in sinergia con le nostre categorie, possano entrare a farne parte» ha commentato Santoro. L'altra opzione sul tavolo è la cessione anche dei crediti vantati presso grandi aziende pubbliche e private, purché a fronte di un adeguato merito di credito.

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