Contrattazione

Nella Pa stabilizzazione per 50mila precari

di Gianni Trovati

Il piano triennale che secondo i calcoli governativi potrà stabilizzare fino a 50mila precari del pubblico impiego trova regole a maglie larghe. A definirle è la circolare firmata ieri dalla ministra della Pa Marianna Madia, che fissa la disciplina su procedure e budget da utilizzare per dare il posto fisso agli assunti a termine e ai titolari di contratti flessibili che abbiano tre anni di anzianità negli ultimi otto.

Proprio sui fondi destinabili a questo obiettivo arriva un chiarimento importante. Le stabilizzazioni potranno essere finanziate sia con le risorse ordinarie del turn over, sia con quelle che normalmente si possono dedicare ai contratti flessibili. Queste ultime sono indicate dall’articolo 9, comma 28, del Dl 78/2010, che fissa il tetto del 50% rispetto alla spesa per contratti flessibili del 2009: la circolare indica però una base di calcolo aggiornata, offerta dalla media del triennio 2015/2017.

Anche sul piano delle procedure, la circolare apre una sorta di corsia preferenziale per le stabilizzazioni. Il reclutamento straordinario, spiega Palazzo Vidoni, presenta «un interesse prevalente rispetto alla mobilità», per cui prima di aprire le porte ai precari non è necessario chiamare eventuali dipendenti disposti al trasloco. L’unica priorità è rappresentata dall’eventuale personale in disponibilità, che ha una posizione giuridica più forte.

Per decidere i confini della platea da stabilizzare, le amministrazioni dovrebbero far riferimento al sistema dei fabbisogni, chiamato a sostituire le piante organiche, che però entrerà a regime a marzo (sono ancora attese le Linee guida di Funzione pubblica sul punto). Chi vorrà avviare la macchina a gennaio, quindi, dovrà censire le persone potenzialmente interessate alla stabilizzazione e le professionalità necessarie all’amministrazione. Il programma, oltre a definire i meccanismi (con riserva nelle selezioni fino al 50% per i titolari di contratti flessibili non passati da un concorso), dovrà certificare che le nuove assunzioni non fanno saltare i conti.

La circolare si occupa poi delle discipline specifiche per i singoli settori. Negli enti di ricerca la stabilizzazione può riguardare anche gli assegnisti mentre in sanità, nonostante la proroga di un anno del reclutamento straordinario avviato nel 2015, medici, tecnici e infermieri potranno salire anche sul nuovo treno. Nei Comuni la chance è chiusa solo se l’ente non ha mai rispettato i vincoli di finanza pubblica fra il 2012 e il 2016: un parametro che non esclude nessuno.

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