Imprese: ora rivedere il decreto dignità e più semplificazioni
Bene le aperture sul taglio del costo del lavoro, sulla soppressione del Sistri, e sul fondo di garanzia dei crediti della pubblica amministrazione per le piccole e medie imprese. Ma adesso le misure devono diventare legge. Inoltre c’è ancora molto da fare, soprattutto sul fronte delle semplificazioni. È questa la posizione emersa, al netto delle declinazioni delle diverse categorie, dopo l’incontro, ieri, tra i rappresentanti delle imprese e il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio.
Costo del lavoro, revisione del decreto dignità, semplificazioni sono state le richieste su cui ha premuto a esempio Confcommercio, con la vice presidente Donatella Prampolini. Che ha ribadito al governo pure la necessità di strumenti flessibili in grado di gestire al meglio, e nella piena legalità, i picchi d’attività: «L’abolizione dei voucher ha rappresentato un problema - ha detto Prampolini -. In una fase economica difficile e con i consumi interni in affanno, c’è bisogno di una certa flessibilità». «Per vedere i fatti concreti aspettiamo che si chiuda la manovra. Finché non vedo cose concrete non sto tranquilla», ha detto la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. «Sono molto gli impegni presi mi aspetto qualcosa anche su altri temi come la formazione per gli imprenditori e l’attuazione dello statuto delle Pmi per capire in anticipo che impatto avranno le norme», ha aggiunto. «È una cosa buona che ci saranno altri tavoli come questo ma più tecnici, magari a blocchi di associazioni per discutere temi specifici», ha chiarito Giorgio Merletti di Confartigianato. Che aspetta di vedere le modifiche sul codice degli appalti (dagli appalti a chilometro zero a soglie più alte per gli affidamenti diretti) e sul Sistri, a patto che la nuova norma non sia peggio di quella da abolire.
Per Maurizio Casasco, presidente di Confapi (piccola e media industria privata) «bene l’abbattimento del cuneo fiscale e della burocrazia, e lo stop alle sanzioni nella prima fase dell’e-fattura. Ma servono misure specifiche per le piccole imprese, che sul piano fiscale rischiano di rimetterci da questa manovra». «C’è un tema prioritario per noi, combattere la violazione delle regole del lavoro. Nel caso specifico si chiamano false cooperative», ha detto Maurizio Gardini presidente dell’Alleanza Cooperative intervenendo, a nome dei copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani. Ma su questo punto bisognerà attendere dopo la manovra. «Va recuperata – ha aggiunto Gardini – la semplificazione tributaria e della giustizia che non appaiono evidenti nei testi che circolano. Bene la soppressione del Sistri e il fondo a garanzia dei crediti Pubblica amministrazione per le piccole e medie imprese». Il tema delle semplificazioni è caro anche alle professioni. «Bisogna intervenire per ridurre gli adempimenti in materia di salute e sicurezza negli studi e nelle aziende a basso rischio infortunistico e in materia di privacy. Dobbiamo semplificare l’avvio di attività di impresa», ha detto il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella,
In materia di appalti - aggiunge Gardini presidente dell’Alleanza Cooperative – «apprezziamo l’intenzione di stralciare le previsioni di ricorrere alla procedura negoziata per importi superiori a 2,5 milioni, rispetto all’attuale soglia di 1 milione». Per le imprese delle costruzioni, tuttavia, «occorre aprire un tavolo di crisi per l’edilizia, per porre la massima attenzione sulla gravità della situazione del settore che perde ancora occupazione dopo 10 anni di crisi», ha detto il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.
Sempre in tema lavoro Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia, ha detto che «bisogna pensare ad una revisione del decreto dignità». In particolare: «Confidiamo che la questione delle causali venga rivista e semmai rimandata alla contrattazione nazionale».