Chance per 175mila commercialisti «controllori» di Srl
Se è vero che la crisi di vocazioni per tante professioni dipende anche dalle minori opportunità di lavoro, il disegno di legge di riforma delle procedure concorsuali appena arrivato al Senato potrebbe aprire spiragli importanti per i commercialisti. In gioco ci sono le posizioni di “controllore” in oltre 175mila società a responsabilità limitata (Srl), che – con la nuova normativa – dovranno dotarsi di un revisore o di organo di controllo.
Parliamo di un Ddl delega (atto Senato 2681), quindi i tempi non si annunciano brevi. Ma il testo ha ottenuto il via libera dalla Camera lo scorso 1° febbraio e la direzione in cui si muove il legislatore sembra chiara.
Nell’esame a Montecitorio, infatti, la commissione Giustizia ha inserito ulteriori principi e criteri direttivi relativi alle Srl. In particolare, si prevede che i decreti delegati della riforma dovranno estendere i casi nei quali per le Srl è obbligatoria la nomina di un organo di controllo o di un revisore, imponendo comunque la nomina obbligatoria quando la società presenta alcuni requisiti dimensionali (attivo o ricavi delle vendite superiori a 2 milioni di euro o, comunque, più di 10 dipendenti occupati in media durante l’esercizio).
Attingendo ai dati del Registro imprese presso le Camere di commercio, Infocamere ha stimato per Il Sole 24 Ore l’impatto potenziale delle nuove regole, individuando oltre 175mila Srl che in ogni anno del periodo 2013-15 hanno rispettato i criteri fissati dal Ddl delega. Si tratta di una valutazione di massima, perché alcune di queste realtà potrebbero già essersi dotate di un organo di controllo. E, di converso, i decreti delegati potrebbero anche allargare i casi in cui il “controllore” è obbligatorio. In ogni caso, è interessante vedere come un quarto delle Srl con i requisiti richiesti si trovi in Lombardia e ricada a livello settoriale nell’ambito delle attività manifatturiere.
Lungi dall’essere una nuova forma di lavoro “buroindotto” (cioè reso necessario solamente dalla burocrazia), il ruolo del revisore o dell’organo di controllo è ritenuto centrale dalla riforma, anche se comporterà un aumento di costi per le imprese. Questi professionisti dovranno – tra l’altro – inviare un alert immediato agli amministratori, non appena si dovessero manifestare gli indizi di una crisi d’impresa. Il tutto nell’ottica di anticipare il più possibile il momento in cui emerge la difficoltà economica dell’impresa, così da poterla affrontare al meglio (tutelando i creditori e i posti di lavoro dei dipendenti).
Va anche ricordato, però, come il Ddl sulla riforma fallimentare stabilisca anche dei requisiti in cui l’obbligo di nomina viene meno. Ossia, quando i limiti dimensionali non vengono superati per tre esercizi consecutivi. Attenzione, perché qualora venga violato l’obbligo sulla nomina dell’organo di controllo può ”sopperire” direttamente il tribunale su richiesta di ogni interessato o del conservatore del Registro imprese.