Rapporti di lavoro

Dall’Uni la norma sui requisiti professionali del manager per salute, sicurezza e ambiente

di Mario Gallo

La gestione delle problematiche aziendali legate alla salute e la sicurezza sul lavoro nel corso degli ultimi anni si è ulteriormente complicata. Da un lato, infatti, a partire dalla riforma operata dal Dlgs 81/2008, sono aumentati notevolmente gli adempimenti gestionali mentre dall'altro è diventato sempre più importante avere una visione integrata anche delle problematiche ambientali.

Per tale ragione all'interno delle imprese, specie di grandi dimensioni, sta prendendo decisamente piede la figura del manager Hse (health, safety, environment), ossia un soggetto dotato delle necessarie competenze tecnico-professionali per gestire in modo unitario tali processi; fino ad oggi, tuttavia, è mancato uno standard normativo che definisse i requisiti minimi per lo svolgimento di questa professione.

Tale lacuna è stata colmata dall'Uni che ha pubblicato la nuova norma 11720:2018 "Attività professionali non regolamentate - Manager Hse (health, safety, environment) - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza" entrata in vigore lo scorso 19 luglio e che dovrebbe giocare un importante ruolo nell'innalzamento dell'efficacia dei processi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro e dell'ambiente e contribuire a una migliore gestione anche del personale.

I requisiti generali del manager Hse
La Uni 11720:2018, infatti, definisce i requisiti relativi all'attività professionale del manager Hse, ossia di un professionista che ha le conoscenze, abilità e competenze che garantiscono la gestione complessiva e integrata dei processi e sotto processi in ambito Hse; la norma in questione delinea, quindi, due profili professionali:
• manager Hse operativo;
• manager Hse strategico.
Il manager Hse opera in diverse tipologie di organizzazioni, sia pubbliche che private, per supportare il conseguimento degli obiettivi stabiliti per la prevenzione e protezione dei lavoratori e la tutela dell'ambiente; al tempo stesso rappresenta la figura di riferimento per il coordinamento, la consulenza e il supporto gestionale per l'implementazione e l'integrazione dei processi legati alla salute, alla sicurezza e all'ambiente, con l'obiettivo di concorrere all'efficienza complessiva dell'organizzazione.
In funzione dei propri compiti e attività prevalenti, supporta l'organizzazione sia nella definizione della strategia aziendale/imprenditoriale, sia nella gestione operativa e nell'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi per i lavoratori, per l'ambiente e per il patrimonio aziendale.
I requisiti previsti nella Uni 11720 sono definiti a partire dai compiti e dalle relative attività in conformità a quanto previsto dal quadro europeo delle qualifiche (european qualification framework – Eqf) in modo da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell'apprendimento.
Il dato significativo è che la norma non prevede un titolo di studio minimo per svolgere tale professione, ma impone una formazione specifica in ambito Hse, il possesso dell'esperienza oltre che un aggiornamento periodico; resta fermo per coloro che svolgono anche l'incarico di Rspp il regime tracciato dal Dlgs 81/2008, e la disciplina sulla formazione prevista dall'Accordo Stato-Regioni 7 luglio 2016.

Valutazione e aggiornamento
Spetta all'organizzazione valutare e individuare, attraverso la descrizione dei compiti che caratterizzano ciascun profilo di manager Hse, il manager adeguato alle proprie esigenze in modo da avere la garanzia che sussistano i requisiti previsti per il profilo scelto, attraverso un processo di qualificazione formalizzato e strutturato.
La norma Uni 11720 attribuisce quindi una notevole rilevanza al curriculum vitae – corredato dalla documentazione probatoria – che rappresenta il punto di partenza per poi procedere alle successive valutazioni del candidato.
Al tempo stesso tale norma prevede anche per i due profili di manager l'obbligo dell'aggiornamento continuo delle proprie conoscenze che deve essere documentato: sono previste un numero minimo di almeno 72 ore di aggiornamento nel triennio.

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