Sì al buono pasto solo per alcune categorie di lavoratori
La risposta è positiva. Infatti il Ministero delle finanze (circ. 326/1997) ha precisato che il legislatore (e più precisamente l'art. 51, c. 2, lett. c) del TUIR) non ha dettato regole particolari in merito alle diverse opzioni disponibili per escludere il pasto del dipendente, in tutto o in parte, dalla formazione del reddito. Pertanto, continua la circolare, il datore di lavoro è libero di scegliere la modalità che ritiene più facilmente adottabile in funzione delle proprie esigenze organizzative e dell'attività svolta e può anche prevedere più sistemi contemporaneamente. Per far comprendere meglio, a titolo esemplificativo, lo stesso Ministero delle finanze prevede che è possibile istituire il servizio di mensa per una categoria di dipendenti, il sistema dei ticket restaurant per un'altra categoria e provvedere all'erogazione di una indennità sostitutiva per un'altra ancora, oppure è possibile istituire il servizio di mensa e nello stesso tempo corrispondere un'indennità sostitutiva o i ticket restaurant ai dipendenti che per esigenze di servizio non possono usufruire del servizio mensa.