Contrattazione

Gd avvia la sperimentazione dell’orario flessibile autogestito

di Ilaria Vesentini

Si è cominciato ieri a Bologna, nel quartier generale di Gd-Coesia, a sperimentare l’orario flessibile di lavoro fai-da-te, all’interno della fascia 7-19. Accordo pilota in Italia che ha spaccato però lavoratori e sindacati della più grossa azienda meccanica emiliana, numero uno al mondo nel packaging di sigarette, con 1,6 miliardi di euro di fatturato (per oltre il 95% export) e 6.500 collaboratori nel mondo, di cui 1.850 a Bologna in Gd, nucleo storico della multinazionale. L’accordo integrativo con le nuove modalità di lavoro 4.0 passò infatti, lo scorso ottobre, per pochi voti di scarto (735 sì e 708 no) scatenando poi una rivoluzione senza precedenti nella storia del gruppo guidato dall’imprenditrice-filantropa Isabella Seragnoli: l’ex fortino Fiom dallo scorso 15 novembre ha i comitati di base dell’Usb come primo interlocutore all’interno delle Rsu.

«Sono stati mesi complicati, ma il contratto integrativo non è in discussione. La stessa Usb ha un atteggiamento contraddittorio, perché da un lato sciopera per far votare la sua contro-piattaforma, dall’altro continua a partecipare a tutti i tavoli di discussione e confronto con l’azienda», sottolinea Marino Mazzini, segretario generale Fim. Tre scioperi, infatti, sono già stati organizzati dall’Usb in quattro mesi (12 ore di stop su un pacchetto proclamato di 40 ore) oltre al blocco di flessibilità e straordinari, per rivendicare non solo paletti più rigidi nel modulare i nuovi orari, ma anche premi di risultato più ricchi, proporzionali ai risultati aziendali.

La guerriglia sindacale non ha comunque impedito ieri ai primi 100 lavoratori Gd di sperimentare gli orari flessibili di entrata e uscita (per i dipendenti inquadrati fino al 6° livello) e una vera e propria autogestione del lavoro, dal 7° livello in su. E si tratta solo dei primi 100 di 570 lavoratori che si sono già candidati nel quartier generale bolognese per la fase di sperimentazione di 6-8 mesi (si può aderire all’accordo fino al prossimo 30 giugno). Poi, dall’1 giugno, altri 200 li seguiranno a ruota, mentre a luglio la sperimentazione sarà estesa a tutti i volontari.

Se i giovani tecnologi 4.0 di cui Gd è affamata – come tutta la motor valley – sono allergici agli orari fissi (la rimodulazione del tempo lavoro mira proprio ad attirare le nuove leve) è anche vero che la flessibilità si traduce in maggiori responsabilità per il dipendente «ma non è previsto un contraltare a livello economico – sottolinea Sergio Bellavita, coordinatore industriale per l’Usb – così come si sottovalutano le conseguenze sulle imprese collegate: il nido aziendale del Mast (centro polifunzionale adiacente alla fabbrica Gd creato dalla stessa Seragnoli, ndr) dovrà garantire il servizio fino alle 19 e le maestre hanno già aperto una vertenza. E quando la flessibilità diventerà strutturale e la fabbrica si dovrà organizzare su 12 ore di piena operatività ci saranno problemi e costi enormi per la stessa azienda, non solo per i lavoratori».

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