Contrattazione

Occupazione, segnali dai giovani

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di Davide Colombo

A fine marzo, ovvero a 90 giorni dalla chiusura degli sgravi generalizzati che accompagnavano il Jobs act,l’occupazione è segnalata in calo tra gli ultracinquantenni (-55 mila) e in lieve aumento nelle restanti classi d’età, in particolare le più giovani (+44mila tra i 15-34enni). Cresce il numero di lavoratori dipendenti (+63 mila), sia permanenti (+41 mila) sia a termine (+22 mila), mentre calano di 70mila unità gli autonomi. Alla luce di queste dinamiche congiunturali, Istat parla di un tasso di occupazione stabile al 57,6% e un tasso di disoccupazione in crescita di un decimale rispetto a febbraio (all’11,7%) e in calo sempre di un decimale se si confronta il primo trimestre dell’anno con l’ultimo del 2016. Secondo le stime programmatiche del Governo, il tasso di disoccupazione dovrebbe stabilirsi attorno all’11,5% nella media d’anno per poi calare all’11,1% nel 2018.

In marzo nell’Eurozona il tasso di disoccupazione è stato pari al 9,5%, il dato più basso dall’aprile del 2009 (8% nell’Ue a 28; il più basso dal gennaio 2009). Il tasso di disoccupazione è calato, su base congiunturale, in 23 paesi dell’Unione, rimasto stabile in due (Francia e Austria) in aumento in tre (Italia, Danimarca e Lituania).

Commentando questo quadro statistico, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è ripartito dal calcolo dei nuovi occupati registrati dal febbraio 2014, ovvero dall’insediamento del Governo Renzi: sono cresciuti di 734.000 unità. «Tenuto conto delle dinamiche demografiche - ha commentato in una nota - nel corso dell’ultimo anno l’occupazione aumenta in tutte le fasce di età. Nel saldo degli occupati si evidenzia una crescita del lavoro dipendente, in particolare quello stabile. Torna a ridursi l’area degli inattivi che diminuiscono di 34.000 unità in un mese e di 390.000 in un anno. Continua a migliorare la situazione del mercato del lavoro giovanile: proseguono la discesa del tasso di disoccupazione, che con il 34,1% si colloca al livello più basso dal febbraio 2012, e la crescita del tasso di occupazione, che sale al 17,2%, il livello più alto dal novembre 2012, con un aumento di 24.000 occupati nell’ultimo mese».

È da registrare, sul fronte di chi ha perduto un lavoro e ne cerca un altro, che per la prima volta dal 2004, anno di partenza delle serie storiche omogenee, il numero dei disoccupati over 50 ha superato quello dei giovani. A marzo risultavano senza lavoro e in cerca 576mila persone di quell’età, 59.000 in più rispetto a febbraio e 103.000 in più rispetto a marzo 2016. È il dato massimo dal 2004 e supera, come detto, quello dei disoccupati tra i 15 e i 24 anni (524.000). Il sorpasso dei disoccupati senior, che va letto tenendo conto della demografia: 13 anni fa lavoravano in 4,8 milioni in questa fascia d’età, oggi 8 milioni, arriva in coincidenza con il rinvio dell’attuazione dell’Ape sociale, l’ammortizzatore sperimentale che finanzia a fondo perduto il ponte verso la pensione a una serie di ex lavoratori 63enni in condizioni di disagio.

Una lettura su base annua dei dati provvisori diffusi ieri dall’Istat, conferma in marzo la tendenza all’aumento del numero di occupati (+0,9%, pari a +213 mila). La crescita riguarda i lavoratori dipendenti (+310 mila, con una prevalenza dei contratti a termine +167 mila) mentre diventa più ampio il calo degli autonomi (-97 mila). Sempre su base annua aumentano anche i disoccupati (+2,9%, pari a +86 mila) e calano sensibilmente gli inattivi (-2,8%, pari a -390 mila).

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