Rapporti di lavoro

Alla ricerca dei laureati «mancanti»

di Francesca Barbieri

Le “primule rosse” sono gli informatici, insieme ai formatori e agli ingegneri. Ma anche i laureati in lingue e matematica sono spesso introvabili.

Anche se la disoccupazione giovanile resta oltre i livelli di guardia (35,4% a giugno), ci sono sempre profili che le imprese faticano a selezionare, con il rischio di posti di lavoro destinati a restare vuoti.

A segnalarlo è il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), che evidenzia come su 339mila giovani che le aziende puntano a inserire tra luglio e settembre di quest’anno, il 23% è considerato difficile da “rintracciare” sul mercato.

A offrire più chance ai Millennials è soprattutto il turismo, che potrebbe riservare ai giovani fino a 8 entrate programmate su 10; seguono commercio (78%) e servizi alle persone (72%). Ma le difficoltà di reperimento dei candidati rischiano di compromettere i programmi di assunzione delle imprese. Specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (difficili da trovare nell’88% dei casi), ma anche formatori e insegnanti (66%), progettisti e ingegneri (59%): sono queste le prime tre professioni più difficili da trovare tra gli under 30.

Se si sposta il focus sul titolo di studio, risulta che per la ripartenza d’autunno le imprese faranno più fatica a coprire oltre un terzo dei posti per cui viene richiesta la laurea, in primis per mancanza di candidature (nel 18% dei casi), ma anche per inadeguatezza dell’indirizzo di studio (15%).

A rischio il buon esito nella ricerca di laureati in lingue (70% la difficoltà di reperimento), ingegneria elettronica e dell’informazione (59%) e ingegneria industriale (50%). Ma anche la “caccia” ai matematici mostra difficoltà nettamente superiori alla media (41%). Meno ardua, invece, si prospetta la caccia ai diplomati (introvabili nel 19% dei casi), ai quali è riservato il 36% delle entrate previste nel periodo considerato, ma si registrano punte di complessità decisamente alte per l’indirizzo “produzione industriale e artigianale” (45,1%) e per quello “informatica e telecomunicazioni” (44,9%).Tra gli altri profili tecnici introvabili ci sono i diplomati in costruzioni, ambiente e territorio (34%), quelli in meccanica (29,6%) e quelli in elettronica ed elettrotecnica (30,6%).

L’esperienza - secondo l’indagine di Unioncamere - è spesso decisiva per la ricerca del candidato giusto, in particolare per i laureati, ai quali viene richiesta nel l’80% dei casi (contro una media del 67%). E a fare la differenza sono anche le competenze maturate: a 4 laureati su 5 è richiesto l’utilizzo di tecnologie e strumenti internet e a uno su due l’abilità ad applicare soluzioni creative e innovative.

«Ora che la ripresa si sta consolidando - commenta Maurizio Del Conte, presidente Anpal - emerge il ritardo accumulato nella costruzione di profili professionali adeguati alla richiesta delle imprese che hanno investito in tecnologie e che ora tornano ad assumere. Per questo occorre realizzare un’efficace filiera della transizione dalla scuola al lavoro, orientando gli studenti sulla base di un’analisi puntuale della domanda espressa dal mercato».

La scheda: vedi le indicazioni dei giudici

Il sistema informativo Excelsior/unioncamere: http://excelsior.unioncamere.net/

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