Contrattazione

Lavoro, modifiche in Aula sulle causali e i voucher

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Causali nel mirino. Più che una riflessione sull’aggravio contributivo a carico delle imprese che rinnovano i contratti a termine. E - ipotesi molto concreta - la reintroduzione dei voucher, visto il flop dei due nuovi strumenti, il libretto famiglia e il contratto di prestazione occasionale introdotti in fretta e furia dal governo Gentiloni per scongiurare il referendum della Cgil.

La nuova disciplina dei contratti a termine, disegnata dal decreto estivo su pressing del vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, non convince del tutto l’alleato di Governo. È la Lega infatti, all’indomani del varo del Dl (il testo non è ancora stato trasmesso ufficialmente al Quirinale) a lanciare primi segnali di attenzione al mondo produttivo, dopo il coro di «no» sollevato, all’unisono, da industria, agricoltura e terziario, contro il capitolo Lavoro del primo provvedimento economico dell’esecutivo Conte. Ad aprire la strada a possibili modifiche del decreto legge è lo stesso leader del Carroccio, il vicepremier Matteo Salvini: «È un buon inizio e il Parlamento cercherà di renderlo più efficiente e produttivo», ha detto ieri il ministro dell’Interno, che ha aggiunto: «I voucher per la stagionalità vanno reintrodotti, in primis nel settore agricolo». Un messaggio, quest’ultimo, rilanciato, con forza, anche il titolare delle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio: «I voucher in agricoltura? Servono, e il mio obiettivo è reintrodurli».

Il vicepremier Di Maio ha escluso divergenze con la Lega, appellandosi ai parlamentari perchè il testo di quello che lui stesso ha definito “decreto dignità” non venga annacquato dalle modifiche: «Faremo argine». Cauto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega): «Dobbiamo trovare lo strumento migliore per abbassare la previsione di contenzioso - afferma -. Ci adopereremo insieme al Parlamento per eliminare le preoccupazioni delle imprese, l’auspicio è che prevalga il buon senso da parte di tutti. Senza trascurare che questo è solo il primo passo, per innescare il circuito virtuoso è necessario abbassare il costo del lavoro stabile, che il governo farà in legge di Bilancio». Dal Senato, dove dovrebbe iniziare l’iter di conversione del Dl, il responsabile economico della Lega, Armando Siri conferma: «In Parlamento certamente miglioreremo il testo».

Dall’opposizione Annamaria Parente, vicepresidente della commissione Lavoro del Senato (Pd), annuncia che si adopererà per «togliere le causali, motivo di contenzioso, che avevamo cancellato con il decreto Poletti», di «considerare prioritario il sostegno al contratto a tempo indeterminato e alle stabilizzazioni dei contratti a termine», e che intende «eliminare il riferimento del Dl alla dignità, perchè fuori luogo». Dura Forza Italia: «Il dl? Un provvedimento sbagliato, improntato ad una logica oscurantista, anti-impresa», ha rilanciato la presidente dei deputati azzurri, Mariastella Gelmini: «Siamo molto preoccupati. Se non si cambia la ratio il rischio è quello di bruciare migliaia di posti di lavoro».

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