Previdenza

La prima mossa del recupero crediti parte dal richiamo

di Bianca Lucia Mazzei e Valeria Uva

Dalle lettere di richiamo alle cartelle esattoriali, gli strumenti messi in campo dalle Casse professionali sono molti e, grazie all’autonomia, ogni ente ha scelto quelli che riteneva più opportuni.

In genere, però, il percorso di divide in due fasi: la prima gestita dalla Cassa e consistente in telefonate o lettere di “richiamo” cui corrispondono sanzioni contenute. La seconda in cui l’ente passa i crediti rimasti a un esattore esterno, che per diverse Casse (ad esempio commercialisti, avvocati, geometri, architetti, ingegneri, geologi, chimici e agronomi) è l’agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) .

Le strategie

Sono tre gli step per mettersi in regola previsti dalla Cassa dei dottori commercialisti, con sanzioni via via crescenti: la regolarizzazione spontanea che va dalla chiusura del termine ordinario ad agosto-settembre dell’anno successivo; la regolarizzazione agevolata che scatta dopo l’invio da parte della cassa di una sorta di avviso bonario e, infine, le cartelle esattoriali. Nel 2016 le domande di regolarizzazione spontanea sono cresciute dell’84,7 per cento. «La capacità di recupero è testimoniata dal fatto che ogni anno la morosità pregressa diminuisce e per gli anni più lontani il tasso di recupero supera il 98%», dice il presidente Walter Anedda.

Percorso simile per gli avvocati: scaduto il periodo in cui si ci può regolarizzare spontaneamente la Cassa forense passa all’accertamento con adesione che prevede sanzioni dimezzate. Un’azione che permette di recuperare circa il 4% delle somme non pagate che si aggirano intorno al 10% annuo. Dopodiché, per il restante 5-6% la palla passa ad agenzia delle Entrate-Riscossione. Alla fine, lo zoccolo duro dei non paganti si aggira intorno al 2-3 per cento. «È un sistema progressivo - spiega Nunzio Luciano, presidente della Cassa forense - in cui l’azione giudiziaria scatta per questa residua fetta di non paganti. Abbiamo messo in atto molte possibilità di regolarizzazione (anche rateizzando) e questo permette il recupero di gran parte dell’evasione».

La Cassa geometri (Cipag), per gli importi fino a 2.500 euro mai andati a ruolo, ha avviato la cosiddetta “riscossione gentile”, che prevede un contatto diretto con l’iscritto e la possibilità di pagare in maniera agevolata. Per chi non aderisce scatta il recupero tramite ruolo esattoriale. Un’azione che consente di far scendere la quota standard dei morosi a circa l’11% annuo. Ma i tempi sono lunghi: agenzia delle Entrate-Riscossione può concedere fino a 120 rate mensili.

Qualche Cassa offre anche soluzioni diverse: i consulenti del lavoro di Enpacl possono ottenere prestiti fino a 20mila euro al 3,5% senza valutazione di merito creditizio, vincolati al pagamento dei contributi. Per il futuro è in arrivo un ravvedimento operoso con sconti fino al 70% sulle sanzioni. Analoga iniziativa arriverà da Inarcassa. Anche l’Epap (Cassa pluricategoriale) per venire incontro agli iscritti ha diviso in tre rate, ulteriormente diluibili. Non solo. Aggiunge il presidente, Stefano Poeta «ci siamo allontanati dalle scadenze fiscali e con il termine al 5 del mese anziché a fine mese, si recuperano oltre 40 giorni di valuta con le carte di credito». «Abbiamo allargato da 5 a dieci anni la rateizzazione - aggiunge il presidente di Eppi, Valerio Bignami - e la decadenza non scatta più dopo la prima rata ma dalla terza». Rateizzazioni in crescita anche per i biologi:  2428 domande nel 2016 e 2617 nel 2017 con oltre dieci milioni recuperati.

Le conseguenze

Per diverse categorie la morosità non si traduce solo in pensioni più basse ma taglia anche, da subito, le prestazioni assistenziali. È il caso della Cassa degli psicologi (Enpap) dove chi non è in regola con i contributi viene escluso dal welfare di categoria, non può ricevere incarichi dalla Pa e trasmette il debito agli eredi. «Gli iscritti irregolari di lungo corso - dice il vicepresidente, Federico Zanon - credono spesso che tutto si concluderà con loro. Ma generalmente il debito contributivo passa agli eredi, che nel doloroso momento della perdita, scoprono di avere ereditato un debito che a volte è di decine di migliaia di euro».

Anche per i commercialisti e consulenti del lavoro la morosità comporta il taglio delle prestazioni assistenziali, come ad esempio gli aiuti economici per stato di bisogno e le borse di studio per i figli.

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