Contrattazione

Retromarcia sugli stagionali, sì ai rinnovi senza causale

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di Marco Mobili e Claudio Tucci

I contratti a tempo determinato per le attività stagionali potranno essere prorogati o rinnovati liberamente, senza dover indicare la causale. L’aggravio contributivo, 0,5 punti percentuali - che si aggiunge all’1,4% già introdotto dal 2012 da Elsa Fornero e che finanzia la Naspi - resta, scatterà «in occasione di ciascun rinnovo» di un rapporto a termine, inclusa la somministrazione (su cui, quindi, si aggrava la stretta, visto che al rapporto tra agenzia privata e lavoratore si estenderà pure il giro di vite in arrivo sui contratti a termine).

Una terza novità riguarda poi le coperture dei giochi, con un anticipo dello 0,25% di aumento del Preu sulle slot per coprire l’abolizione dello split payment per i professionisti a partire dalla prossima settimana.

L’ultima versione del decreto estivo, bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato - e in attesa ancora di firma del Capo dello Stato e pubblicazione in Gazzetta ufficiale - cambia ancora: e, nella relazione tecnica, emergono anche ulteriori dettagli. Per esempio, sull’impatto della riduzione del tetto di durata massima dei contratti a termine, che da 36 mesi scendere, adesso, a 24 mesi. Ebbene, in base a dati del ministero del Lavoro, ogni anno si attivano due milioni di rapporti temporanei (al netto di stagionali, agricoli, Pa); di questi il 4%, pari a 80mila contratti, supera il nuovo tetto dei 24 mesi, ponendosi, quindi, in contrasto con la nuova normativa, quando entrerà in vigore. Non solo. Degli 80mila rapporti si stima che il 10%, vale a dire 8mila l’anno (nel 2018, visto che siamo già luglio, 3.300), «non troverà altra occupazione» superati, appunto, i 24 mesi (mentre non si dice nulla circa l’eventuale incremento delle trasformazioni a tempo indeterminato, su cui invece punta il governo).

La precisazione sul lavoro stagionale è importante, ed evita la “trappola”, che sarebbe scattata, da subito, sulle aziende, con ripercussioni negative sull’occupazione. Nelle precedenti bozze del Dl infatti i lavoratori stagionali venivano esentati dallo stop and go, ovvero la pausa tra la stipula di un rapporto e quello successivo, così come dal limite massimo della reiterazione del contratto a 24 mesi, ma non dalla causale per i rinnovi dopo il primo rapporto. Con la correzione inserita nell’ultimo testo si supera il problema, consentendo la prosecuzione, acausale, dei rapporti a termine stagionali anche dopo i 12 mesi. «Il ripensamento del governo è opportuno - commenta il professor Arturo Maresca (diritto del Lavoro, La Sapienza, Roma) - e dimostra come quando si affrontano problemi concreti si riescano a trovare soluzioni equilibrate».

A garantire le coperture del Dl sarà il settore del gioco, di cui paradossalmente l’esecutivo ne chiede la cancellazione. Il primo passo per chiudere o limitare il settore sarà lo stop alla pubblicità, qualunque essa sia, diretta o indiretta, su carta, media e internet. A coprire il buco da 147 milioni di euro nel 2019 e da 198 milioni a decorrere dal 2020 sarà il maggior prelievo sulle slot machine sia vecchie (Awp) sia di nuova generazione (Vlt). Il tutto con un aumento del Preu dello 0,5%.

Ma attenzione una prima tranche di aumento dello o,25% (con il Preu a 19,25% e a 6,25% su slot e Vlt) dovrà scattare da settembre 2018: infatti il governo ha attinto dal bancomat del gioco per coprire i 35 milioni necessari a garantire l’esclusione dei professionisti dallo split payment sulle fatture emesse nei confronti della Pa a partire dalla prossima settimana. Il resto dell’aumento sulle slot scatterà dal 1° maggio 2019 portando il Prelievo erariale unico sulle slot al 19,5% e al 6,5% sulle Videolottery.

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