Rapporti di lavoro

Nell’Unione europea obiettivo di un ispettore ogni 10mila lavoratori

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di Luigi Caiazza e Roberto Caiazza

Il Parlamento europeo detta importanti linee programmatiche per i Paesi membri in materia di ispezioni del lavoro.

Con il documento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 23 dicembre scorso vengono affrontate le varie problematiche che interessano la tutela del lavoro, nelle varie forme e applicazioni, fornendo nel contempo soluzioni legislative e contrattuali per farvi fronte. Il tutto non potrà comunque prescindere da una efficace ed efficiente ispezione del lavoro che abbracci tutti i fenomeni devianti.

Si parte dunque dal rafforzamento dei meccanismi dell'ispezione del lavoro e del loro possibile finanziamento a carico dei Fondi strutturali europei, al fine di garantire ispezioni efficaci che apportino valore aggiunto a sostegno della stessa coesione sociale.
Al fine di raggiungere tale obiettivo, il documento invita gli Stati membri ad accrescere le risorse umane e finanziarie per le ispezioni del lavoro e raggiungere l'obiettivo di un ispettore ogni 10mila lavoratori, conformemente alle raccomandazioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro, nonché a rafforzare le sanzioni nei confronti delle imprese che non rispettano gli obblighi loro incombenti riguardanti, in particolare, i salari, la durata del lavoro, la sicurezza sul lavoro.

Tutto ciò dovrà essere accompagnato da una necessaria formazione comune degli ispettori del lavoro e degli altri soggetti coinvolti, nonché degli stessi dirigenti, anche al fine di rafforzare l'efficacia del diritto comunitario in materia di protezione dei lavoratori che, ormai, è posto alla base delle varie disposizioni nazionali di tutela.

Il documento in questione "deplora" la situazione problematica causata dall'alto numero di "falsi lavori autonomi" , soprattutto nel settore dell'edilizia, nonché dai lavoratori "immigrati" e "distaccati", dalla esternalizzazione e dal subappalto il che può dar luogo a un aumento del precariato e a un ulteriore deterioramento dei già bassi livelli di tutela dei lavoratori non dichiarati.

A tal proposito è stato ritenuto che i programmi nazionali di formazione per gli ispettori debbano includere moduli specifici su tali tematiche nonché sul lavoro sommerso.

Il documento non manca di soffermare la propria attenzione sulla salute e sicurezza sul lavoro, in particolare nei confronti dei lavoratori impegnati in "attività non dichiarate", evidenziando, con l'occasione, che il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro trova applicazione nei confronti di qualsiasi lavoratore, subordinato o autonomo. Suggerisce agli Stati membri di valutare la possibilità di offrire gratuitamente a tutti i lavoratori, una volta l'anno o secondo contratto, un check-up medico, con garanzie di riservatezza, per assicurare loro una protezione minima.

Il Parlamento europeo chiede che le competenti amministrazioni nazionali di controllo siano sostenute nell'attuazione di un sistema efficace di tutela del lavoro a livello aziendale, in particolare nelle piccole e medie imprese, e sollecita gli stessi Stati membri a provvedere a che le ispezioni siano maggiormente rivolte alla ricerca di soluzioni concrete e attuabili per le carenze individuate nell'ambito della salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Il documento propone un "libro verde" che valorizzi il ruolo degli ispettori del lavoro e definisca norme europee uniformi in materia di ispezioni e formazione.

Per l'Italia, l'attuazione del documento potrebbe essere appropriata e tempestiva entrando immediatamente a far parte degli obiettivi, dell'organizzazione, della gestione e dell'articolazione del novello Ispettorato nazionale del lavoro.

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