Quota 100 blocca l’interesse per l’Ape volontario
Quota 100 oltre a creare attrito tra l'Italia e la Commissione europea ha avuto un altro effetto concreto: ha bloccato nei fatti l'Ape volontario. Secondo i dati forniti ieri dal diretto generale di Ania, Dario Focarelli, intervenuto agli Stati generali delle pensioni organizzati dall'università Bocconi e da Deutsche Bank, sono 5.197 gli italiani che stanno ricevendo l'anticipo pensionistico.Nel primo periodo di avvio - ha spiegato Focarelli – si è registrato un ritmo di circa 1.500 anticipi al mese, che proiettato su un anno avrebbe portato a una platea di 18-20mila persone. Invece in estate, quando il governo ha iniziato a parlare di quota 100, il flusso si è ridotto». Dato che per accedere all'Ape volontario sono necessari 63 anni, quota 100 a 62 anni costituisce ovviamente una valida alternativa gratuita (mentre l'anticipo comporta un onere per il beneficiario) per l'uscita dal mondo del lavoro.
Quota 100 che, ha sottolineato il presidente dell'Inps Tito Boeri, in realtà è una definizione impropria, dato che occorre rispettare rigidamente i due requisiti minimi di età (62 anni) e contributi (38) e non è possibile compensare uno con l'altro per arrivare a 100. Operazione su cui Boeri ha ribadito le sue perplessità. Dato che le limitate risorse disponibili impongono di limitare il numero delle richieste, si sta ipotizzando di introdurre dei vincoli, come il divieto di cumulo tra pensione con quota 100 e il reddito da lavoro. Ma verificare il rispetto di tale regola, secondo Boeri, comporta investimenti ingenti, peraltro in un Paese con problemi di occupazione e contribuzione. Se però non si introduce il divieto di cumulo, non vengono liberati posti di lavori per i giovani, che è invece uno degli obiettivi del governo. Una via d'uscita, secondo Boeri, sarebbe la correzione del calcolo della pensione in base al metodo contributivo sulla quota retributiva, in quanto consentirebbe di contenere la spesa e il numero dei nuovi pensionati.
Il ricalcolo per i pensionati con quota 100 è ritenuto opportuno anche da Marco
Leonardi, docente di Economia all'Università degli studi di Milano e già consigliere di Palazzo Chigi. Decisione che potrebbe far diventare vantaggioso l'Ape volontario che allo Stato costa poco». Quanto alla necessità di intervenire con un provvedimento aperto a tutti i lavoratori, Leonardi ha evidenziato che ancora nel 2016 l'età media del pensionamento è stata di 62 anni e 10 mesi e un quarto ha smesso di lavorare a meno di 60 anni.
Gli effetti di un intervento sbagliato, dal punto di vista tecnico sulle pensioni, sono stati evidenziati da Carlo Favero, Deutsche Bank chair in quantitative finance and asset pricing: la riforma Brodolini di fine anni '60, introducendo il sistema retributivo, ha causato l'esplosione del rapporto debito-Pil, mentre quelle che portano il nome di Amato, Dini, Fornero hanno determinato un riequilibrio. Quota 100 andrebbe stralciata, secondo Andrea Roventini, professore di Economia alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, perché non porta maggiore sviluppo e non è certo che i posti liberati da pensionati siano occupati tutti dai giovani. Al suo posto andrebbero introdotte misure meno costose che tutelano effettivamente le categorie più deboli.
Quella su cui sta ragionando il governo, non è una riforma ma una controriforma, ha affermato Elsa Fornero, professore di Economia all'Università di Torino, e ministro nel governo Monti, perché guarda al passato. Le riforme, invece, «cercano di portare maggior benessere per il futuro, in risposta a cambiamenti che comunque avvengono». E il cambiamento in atto è l'invecchiamento della popolazione, un elemento che il governo non sta considerando. Inoltre si deve tener conto del tasso di dipendenza economica della popolazione in età adulta e su questo fronte c'è un problema di disoccupazione e precarietà. «Il nostro problema è mettere risorse sul lavoro di domani, per un mondo del lavoro più inclusivo»