Oliveti (Adepp) ai ministeri: «Costi e regole da chiarire»
L’Adepp, l’associazione che rappresenta 19 Casse professionali, sul cumulo gratuito delle pensioni per periodi non coincidenti sospende per ora il giudizio.
«Ci piace tutto ciò che va a favore degli iscritti - afferma il presidente Adepp, Alberto Oliveti -però se questo intervento impatterà sui nostri conti, siamo di fronte a un’ingerenza nella nostra autonomia che potrebbe mettere a rischio i nostri equilibri».
Prima di prendere una qualsiasi posizione, però, l’Adepp vuole vederci chiaro: per questo Oliveti martedì scorso ha scritto ai ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia chiedendo un incontro che entri nel merito della norma e delle sue implicazioni.
«A voce - racconta Oliveti - ci è stato assicurato che non ci saranno impatti sui nostri bilanci, dobbiamo però capire come ciò potrà essere evitato. Il fatto di essere autonomi - spiega - comporta l’impossibilità di ricevere finanziamenti pubblici. Perciò devono spiegarci come il cumulo gratuito, che per alcune Casse implicherebbe esborsi consistenti, non metterà in crisi la stabilità finanziaria degli enti privati».
Oliveti, nella sua lettera, chiede che venga fatto «un approfondimento, sia circa le modalità applicative e il sistema di calcolo, sia con riferimento all’impatto sui regolamenti e sui bilanci tecnici».
Tornando all’impossibilità per le Casse di ricevere finanziamenti pubblici in quanto “autonome” si potrebbe trovare una analogia - anche se gli importi sono decisamente più contenuti - nel Dl 159/2007 (articolo 34 comma 3-quater) che addebita allo Stato gli esborsi previdenziali “extra” riconosciuti dagli enti di previdenza dei professionisti alle vittime del terrorismo. Per cui un precedente esiste. Ma di quali cifre, precisamente, si sta parlando non è dato sapere: non risulta infatti uno studio di fattibilità che quantifichi quanti professionisti potrebbero essere complessivamente interessati e quali importi siano in gioco.
«Tra le Casse iscritte ad Adepp - racconta Oliveti - stiamo coordinandoci per evidenziare tutte le problematiche e ci auguriamo di poter dire che sono facilmente risolvibili; se però non c’è la copertura finanziaria allora il discorso cambia». Per ora, insomma, l’unico elemento chiaro è l’incertezza.
Tra i dubbi, oltre alla copertura finanziaria, c’è quello delle norme applicabili, quelle dell’Inps o quelle dei singoli enti «di norma più stringenti». Neppure si sa se, in caso di cumulo, la Cassa debba riversare la “sua parte” all’Inps, oppure se ogni ente verserà un assegno pensionistico per la parte di sua competenza.
Certo è che il cumulo metterà diversi professionisti nella condizione di poter già andare in pensione, perché raggiungeranno i necessari requisiti di anzianità previdenziale. È difficile quantificare l’impatto che un’uscita “di massa” e non prevista potrebbe avere sui conti degli enti, anche a prescindere dal fatto che lo Stato si accolli gli extra costi. E infatti Oliveti non manca di sottolineare che «quando il legislatore interviene sul nostro mondo, che è complesso e con molteplici specificità, dovrebbe consultarci».