Nei primi tre mesi occupati in crescita ma balzo infortuni
Nei primi tre mesi dell’anno l’occupazione è cresciuta di 326mila unità rispetto allo stesso periodo 2016 (+52mila nel confronto con l’ultimo trimestre 2016); a salire sono stati esclusivamente i rapporti “alle dipendenze”, a tempo indeterminato, ma, ora, anche temporanei (il lavoro a chiamata, per esempio, dopo un primo balzo registrato negli ultimi tre mesi dello scorso anno, è schizzato a +13,1% nel primo trimestre 2017, sostituendo, anche, un pò di voucher, cancellati dal governo lo scorso 18 marzo).
È proseguito, poi, l’utilizzo crescente dei contratti a termine e in somministrazione («forme “flessibili” di impiego, con orari ridotti che, in questa fase di incertezze, stanno comunque tenendo alta la produttività del lavoro», ha sottolineato l’economista, Carlo Dell’Aringa). Anche tra i giovani (15-34 anni) la situazione è in miglioramento, con un primo balzo: +44mila occupati in termini congiunturali, +83mila tendenziali. Ma, purtroppo, i primi tre mesi dell’anno hanno fatto registrare pure un forte incremento delle denunce di infortunio sul lavoro: +5,9%, pari a 7.430 istanze in più rispetto al primo trimestre 2016 (i casi mortali sono stati ben 190 contro i 169 dell’anno prima, addirittura +12,4% - qui a pesare sono stati, in particolare, i due gravi incidenti di gennaio, valanga sull’albergo Rigopiano e caduta dell’elisoccorso a Campo Felice).
Il rapporto congiunto ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail, sul mercato del lavoro, primo trimestre 2017, mostra segnali con luci e ombre: la fine degli sgravi generalizzati targati Jobs act sta producendo una ripresa dei rapporti temporanei, in un clima di persistente bassa crescita dell’economia. Il tasso di occupazione è risultato in risalita (57,6% - ma ancora distante di oltre un punto da quello massimo, 58,8%, registrato nel secondo trimestre 2008); e finora i nuovi “posti” si sono concentrati nei servizi (l’industria è ferma). Gli autonomi sono tornati a diminuire; ma c’è una maggiore partecipazione: gli inattivi, tra cui tanti scoraggiati, sono calati di 473mila unità, a fronte di un incremento (+51mila) delle persone in cerca di un impiego.
Per il governo «la sostituzione dei vecchi voucher con contratti regolari, a chiamata, è positivo - ha commentato Marco Leonardi, a capo del team economico di palazzo Chigi -. Ciò però sta avvenendo nelle imprese strutturate, e non nelle piccole per via della burocrazia. Per questa ragione, abbiamo ridisegnato la normativa sul lavoro accessorio per estendere tutele a tutti i lavoratori “occasionali”, anche quelli di aziende con meno di 5 dipendenti». «Peccato che non si è scelto di liberalizzare il lavoro intermittente rispetto ai vincoli anagrafici, settoriali e contrattuali che ne limitano l’impiego - ha replicato Maurizio Sacconi (Epi) -. Mentre il lavoro si trasforma velocemente per effetto delle nuove tecnologie, permangono segmentazioni giuridiche che non favoriscono la nuova occupazione».
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