Contrattazione

L’occupazione sale ma è a tempo determinato

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di G. Pog.

Nell’ultimo trimestre del 2016 per il lavoro dipendente si contavano 478mila posizioni lavorative in più rispetto allo stesso periodo del 2015, dovute in gran parte al tempo indeterminato (+345mila compreso l’apprendistato) e al tempo determinato (+133mila inclusi gli stagionali). Il dato riguarda le comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro che evidenzia come, nel confronto congiunturale, siano i contratti a tempo determinato ad avere maggior appeal (+64mila posizioni), rispetto al tempo indeterminato (+19mila, con una lieve accelerata a fine anno, in corrispondenza con l’esuririrsi del bonus generalizzato).

L’indagine congiunta di Istat, Inps, ministero del Lavoro e Inail sul quarto trimestre 2016 segnala che la decontribuzione generalizzata in formato ridotto, messa in campo dal governo lo scorso anno, ha prodotto risultati parziali. Ma soprattutto evidenzia come il mercato del lavoro abbia sostanzialmente seguito l’andamento dell’economia: ad un Pil che fa registrare una crescita congiunturale dello 0,2% e tendenziale dell’1%, corrisponde un incremento delle Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno pari, rispettivamente, allo 0,3% (sul trimestre precedente) e all’1,2% (rispetto all’anno precedente). Il tasso di occupazione al 57,4% è superiore al picco negativo del terzo trimestre 2015 (55,4%), ma resta ancora molta la strada da percorrere per tornare ai livelli pre-crisi, al 55,4% del secondo trimestre 2008. L’occupazione aumenta tra gli over 50, sia per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile che per una dinamica demografica. Mentre si assiste ad un calo tendenziale degli occupati per la fascia d’età 15-34 anni (-1,3%), che sarebbe più contenuto al netto delle dinamiche demografiche (-0,4%). Infine una annotazione di metodo: il dato congiunto è relativo ancora all’ultimo trimestre 2016, nonostante Istat e Inps abbiano da alcune settimane diffuso i dati di gennaio 2017, relativi ai rispettivi osservatori. Segno di come il coordinamento sollecitato dagli operatori tra i quattro organismi sia ancora parziale.

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