Rapporti di lavoro

Beneficiari, lavoratori cessati, neoassunti: le verifiche dei datori prima di versare i 200 euro

di Ornella Lacqua e Alessandro Rota Porta

Restano pochi giorni ai datori di lavoro e ai loro intermediari, per definire a quali lavoratori debba essere erogata l’indennità una tantum di 200 euro prevista dal decreto Aiuti (Dl 50/2022, articolo 31).

Come individuare i beneficiari

Il primo punto da smarcare è riferito al perimetro dei beneficiari: la circolare Inps 73/2022 ha esteso il periodo di riferimento nel quale verificare il diritto del lavoratore all’esonero dello 0,80% sulla quota dei contributi previdenziali a carico del dipendente (previsto dalla legge 234/2021), che è un requisito fondamentale per accedere al bonus da 200 euro. Il periodo da monitorare è stato ampliato dal 1° gennaio 2022 al 23 giugno 2022, anziché ai primi quattro mesi dell’anno, come previsto dal Dl 50/2022.

Pertanto, se il datore avesse già individuato i dipendenti potenziali beneficiari dell’indennità, considerando il primo quadrimestre 2022 come periodo di riferimento per verificare il diritto all’esonero dello 0,80%, dovrà rivedere la valutazione per rintracciare eventuali altri lavoratori con diritto all’esonero a maggio e/o a giugno e far sottoscrivere loro l’autodichiarazione necessaria per ottenere i 200 euro: a questo fine, si può usare il fac-simile fornito dall’Inps in allegato al messaggio 2559/2022.

Bisogna poi prestare attenzione ad alcuni casi particolari: ad esempio, il dipendente cessato al 30 giugno scorso - come chiarito dal messaggio Inps 2505/2022 - è escluso dall’erogazione del bonus tramite il datore di lavoro. In questa ipotesi, visto che il rapporto (quale condizione essenziale) deve sussistere nel mese di luglio, se il datore di lavoro avesse già raccolto la dichiarazione finalizzata a ottenere l’indennità dal dipendente che ha poi cessato il rapporto entro quella data, non potrà erogare i 200 euro. A quel punto, il lavoratore deve fare la richiesta al nuovo datore (se in forza a luglio) oppure ottenere il bonus dall’Inps, se rientra in una delle ipotesi previste dall’articolo 32, del Dl 50/2022.

I lavoratori assunti nel mese di luglio dovranno consegnare velocemente l’autodichiarazione all’ultimo datore di lavoro, indicando - oltre al fatto di non essere titolari di trattamenti pensionistici e di non essere componenti di un nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza - anche di essere stati destinatari dell’esonero dello 0,80%, nel periodo tra il 1° gennaio e il 23 giugno, durante il precedente rapporto di lavoro.

Un’altra accortezza va riservata alla gestione del personale agricolo: sempre la circolare 73/2022 ha evidenziato che l’erogazione dell’indennità, tramite i datori di lavoro, è esclusa per gli operai agricoli a tempo determinato. Quindi, i cosiddetti braccianti, se aventi diritto, possono ottenere i 200 euro in pagamento diretto dall’Inps, dietro presentazione della domanda.

La gestione operativa

Passando alla fase operativa – secondo i chiarimenti del messaggio Inps 2505/2022 - il datore di lavoro riconosce l’indennità in busta paga con la retribuzione di competenza del mese di luglio 2022, oppure, in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro come per il part-time ciclico o della previsione dei Ccnl, con quella erogata nel mese di luglio, seppure di competenza del mese di giugno 2022. L’indennità una tantum da 200 euro spetta anche se la retribuzione di competenza di luglio risulta azzerata a causa di eventi tutelati, ad esempio nel caso di sospensione del lavoro per ammortizzatori sociali in costanza di rapporto quali Cigo, Cigs, Fis, Fondi di solidarietà, Cisoa o congedi.

Come per le altre indennità a carico dell’Inps, la corresponsione del bonus genera un credito che il datore di lavoro può compensare in sede di denuncia contributiva mensile Uniemens di luglio, seguendo le indicazioni riportate nel messaggio Inps 2397/2022.

Se dovesse risultare che, per lo stesso lavoratore dipendente, più datori di lavoro abbiano compensato l’indennità di 200 euro, l’Inps comunicherà a ciascuno di essi la quota parte dell’indebita compensazione effettuata, ai fini della restituzione all’Istituto e del recupero verso il dipendente, in base a istruzioni che saranno fornite con un messaggio ad hoc.
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