Previdenza

Regolarità contributiva, rischio blocchi con la Dpa

di Barbara Massara

Quando il sistema della dichiarazione preventiva di agevolazione (cosiddetta Dpa) andrà a regime, gli operatori delle sedi Inps non potranno più forzare i semafori della regolarità contributiva. Lo comunica l’Inps con il messaggio n. 3082 del 3 agosto scorso, con cui anticipa un prossimo adeguamento procedurale del cassetto previdenziale.

Con questo provvedimento l’Istituto aggiunge un tassello alla disciplina della nuova Dpa, presentata con il messaggio n. 2648 del 2 luglio scorso (si veda il Sole 24 Ore del 3 luglio 2018).

L’aggiornamento non è però effettivo in quanto, seguendo all’interno del sito il percorso descritto nell’ultimo messaggio, ancora non si rinvengono le indicazioni ivi contenute, le quali interessano la nuova sezione “Lista regolarità per area”, che dovrebbe trovarsi nel “Fascicolo elettronico del contribuente”, dentro il Cassetto Previdenziale. Mentre prevedono i futuri aggiornamenti, la procedura Dpa comunica peraltro agli utenti che dal 28 luglio al 27 agosto gli esiti delle richieste saranno fermi.

Secondo le nuove regole, saranno contraddistinte con il simbolo di un triangolo giallo con punto esclamativo le aziende per cui la regolarità contributiva non è disponibile o perché non è stata presentata la Dpa, o perché la richiesta d’ufficio di Dpa non è ancora stata definita, o perché cessate.

Nella nuova sezione “Lista regolarità per Area” gli esiti della regolarità prodotti dalla nuova procedura Dpa saranno indicati con specifici semafori i cui colori avranno diversi significati: il semaforo grigio identifica le aziende che non hanno richiesto la Dpa, quello arancione le aziende per le quali la verifica è ancora in corso, mentre quelle regolari saranno contraddistinte dal semaforo azzurro (rosso per le aziende irregolari e nero per quelle cessate o sospese).

L’utilizzo di questi nuovi colori (ad esempio l’azzurro al posto del classico verde per indicare le situazioni regolari) fa sorgere ulteriori dubbi in merito alla coesistenza di questo nuovo sistema con quello classico della regolarità contributiva fino ad oggi utilizzato.

Ma ciò che spaventa di più è la previsione che i singoli operatori non potranno più forzare i semafori rossi che indicano situazioni irregolari, ed eventualmente per farlo dovranno segnalare alla Direzione Centrale Entrate dell’Inps queste situazioni, specificandole e motivandole.

Il buon esito del nuovo sistema non può pertanto prescindere da una pulizia degli archivi dell’Istituto e dei cassetti previdenziali, dove non mancano situazioni anomale “cronicizzate” (ad esempio per mere questioni tecniche e non di omissioni contributive) che l’Inps non ha mai definitivamente risolto. Senza questa pulizia il nuovo sistema automatizzato di regolarità che inibisce l’intervento umano rischia di bloccare l'attività di aziende sane e contributivamente corrette.

Il messaggio n. 3082/18 dell'Inps

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