Durigon: nuove regole per spingere gli investimenti nell’economia reale
Autonomia e specificità delle singole Casse, esclusione da quota 100, soluzione per la ripartizione delle spese di gestione delle pratiche delle pensioni in cumulo, definizione delle regole per gli investimenti. L’altalenante rapporto tra le Casse di previdenza dei professionisti e i vari Governi al momento sembra caratterizzato da elementi positivi per gli enti privatizzati, come emerge dalle parole di Claudio Durigon, sottosegretario del ministero del Lavoro con delega per le politiche previdenziali.
L’autonomia delle Casse è stata messa in dubbio nei fatti dai Governi che vi hanno preceduto, con l’obbligo ad esempio di sottostare alla spending review. Voi pensate di ribadire l’ambito di autonomia con un provvedimento chiarificatore?
Lo scorso mese abbiamo avviato un tavolo di confronto con le Casse di previdenza in cui abbiamo affrontato il tema del riordino. Crediamo che le Casse, in virtù dell’entità degli iscritti, debbano rappresentare in toto la previdenza dei soggetti che vi aderiscono. Tenuto conto anche della situazione deficitaria dell’Inps dal punto di vista amministrativo, una gestione autonoma delle Casse è una necessità, anche per rilanciare l’efficientamento del sistema. Stiamo valutando se mettere a punto una norma già entro quest’anno o portare a compimento il progetto l’anno prossimo.
L’anno prossimo dovrebbe aumentare la quota degli investimenti delle Casse detassabili. In virtù dell’autonomia degli enti privatizzati, chiamati a garantire la sostenibilità dei bilanci nel lungo periodo, non sarebbe opportuno lasciare maggiore libertà di investimento?
L’aumento dell’aliquota dal 5 all’8% è praticamente certo, è previsto nella legge di bilancio. Quanto agli investimenti in generale, abbiamo un regolamento fatto nel 2011, rimasto fermo. Ritengo che occorra ripartire da capo. Ci siamo dati appuntamento per fare un percorso condiviso, ma il ruolo di vigilanza del ministero è anche garanzia del mantenimento di condizioni economiche degli investimenti che assicurino le prestazioni per i pensionati di oggi e futuri. Ritengo che avremo un regolamento innovativo sugli investimenti, che consentirà alle Casse di svolgere un ruolo nell’economia reale. Uno degli strumenti potrebbe essere un fondo nell’ambito della Cassa depositi e prestiti.
Sono opportune maggiori forme di collaborazione o di aggregazioni tra le Casse?
Non credo che le aggregazioni siano positive in quanto tali perché possono creare un livello economico adeguato ma determinano una perdita di specificità. Se le singole Casse garantiscono la sostenibilità da sole, non c’è motivo per aggregarle. Invece, se più Casse in difficoltà si uniscono per uscire dalla crisi non è un problema. Ma credo di più nella specializzazione dei singoli enti e oggi la maggior parte sta bene. Ci sono settori specifici in crisi ma altri sono in espansione. Con 1,8 milioni di iscritti e 85 miliardi di investimenti le Casse hanno una forza importante. È significativo che stia crescendo il reddito, segno che i professionisti sono ben inseriti nel mercato del lavoro e potranno dare un contributo fondamentale nel nuovo scenario legato a industria 4.0.
Le Casse saranno escluse da quota 100 contenuta nella legge di bilancio, ma sul cumulo gratuito, introdotto dalla legge di bilancio dell’anno scorso, c’è ancora disaccordo con l’Inps sui costi di gestione. Interverrete per sbloccare la situazione? Come saranno ripartiti i costi?
C’è l’intenzione di intervenire, ma non abbiamo ancora preso una decisione sulla ripartizione dei costi.