Previdenza

Assegno al nucleo: tetto di 3mila euro per i conguagli

di Ornella Lacqua

Il conguaglio di importi arretrati erogati ai dipendenti per assegni al nucleo familiare sconta una novità: a partire dal mese di novembre 2017, i datori di lavoro possono conguagliare, tramite il flusso Uniemens e per ogni singolo dipendente, gli importi spettanti entro un massimo di 3mila euro, mentre prima era possibile recuperare subito l’intero ammontare (messaggio Inps 4283/2017). Il recupero richiede dunque un iter che il datore deve seguire correttamente, seguendo determinati passaggi.

Quanto agli importi, la circolare Inps 68 dell’11 maggio scorso, ha comunicato i livelli di reddito familiare per la corresponsione dell’assegno al nucleo familiare (Anf), da applicare alle diverse tipologie di nuclei nel periodo compreso tra il 1° luglio 2018 e il 30 giugno 2019.

La prestazione

L’assegno per il nucleo familiare è erogato ai lavoratori dipendenti iscritti alle casse gestite dall’Inps: l’importo è calcolato in relazione alla composizione del nucleo familiare e ai redditi da lavoro dipendente dichiarati; è corrisposto dal datore di lavoro al richiedente che ha presentato il modello ad hoc.

I redditi da indicare si riferiscono all’anno solare precedente a quello della domanda e la decorrenza va dal mese di luglio dell’anno di richiesta fino a giugno dell’anno successivo; gli arretrati possono essere corrisposti al lavoratore entro il termine di prescrizione quinquennale.

Quindi, nel caso in cui il soggetto richiedente svolga attività lavorativa dipendente può presentare, al proprio datore di lavoro, per ogni anno a cui ha diritto, la richiesta di assegni utilizzando il modello Anf/Dip (Cod. SR16).

A sua volta, il datore di lavoro ha il compito di verificare le condizioni di spettanza, calcolare l’assegno, erogarlo al lavoratore in busta paga e conguagliare quanto corrisposto nella denuncia mensile (Uniemens) relativa al mese di erogazione.

La gestione degli arretrati

Per quanto riguarda la gestione degli arretrati, il datore di lavoro deve tenere conto delle nuove regole che hanno effetto a partire dall’Uniemens di novembre 2017.

In sostanza, l’Inps ha introdotto un tetto di 3mila euro, per singolo lavoratore, nel rispetto del quale il datore di lavoro può richiedere il conguaglio all’Istituto, valorizzando nel flusso Uniemens, all’interno dell’elemento <CausaleRecAnf> di <AnfAcredAltre> il codice causale L036, che ha il significato di recupero assegni nucleo familiare arretrati.

L’Inps ha anche precisato che le richieste di arretrati spettanti per importi ulteriori e non conguagliabili secondo il limite, possono essere effettuate utilizzando esclusivamente flussi di regolarizzazione, con l’indicazione del codice L036 e il totale dell’importo.

Vediamo nel dettaglio i passaggi da compiere a cura del datore, una volta ricevuta dal dipendente la domanda di assegni arretrati.

1. In primo luogo, deve verificare la congruità della documentazione. Successivamente, il datore corrisponde in busta paga l’intero importo di quanto dovuto a titolo di Anf.

2. Quindi, indica nel flusso Uniemens di competenza l’importo massimo di 3mila euro per arretrati, anche qualora la somma effettivamente pagata al dipendente fosse superiore. Per la parte eccedente il tetto non conguagliabile, andrà utilizzato il cassetto bidirezionale, per produrre la documentazione che comprova il credito.

3. L’Istituto rilascerà un ticket che andrà inserito nel flusso di regolarizzazione utile a recuperare l’importo eccedente i 3mila euro: tramite questa variazione della denuncia Uniemens, con l’indicazione dell’intera somma effettivamente corrisposta, è infatti generato un credito per la differenza tra l’importo indicato in denuncia Uniemens e l’importo indicato nel flusso di regolarizzazione che potrà essere oggetto di istanza di rimborso e/o di richiesta di compensazione.

Ad esempio, se il dipendente presenta una richiesta di arretrati assegni per un totale di 4.500 euro, il datore di lavoro dovrà: inviare il flusso Uniemens corrente con 3mila euro; richiedere all’Inps il ticket, allegando tutta la documentazione degli Anf; inoltrare un flusso dello stesso mese in regolarizzazione indicando l’importo totale degli arretrati Anf erogati. Sarà così generato un Vig a credito per la differenza, di 1.500 euro.
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