Permessi a ore e riposi solidali nella Pa
I nuovi contratti degli statali riconosceranno anche alle unioni civili i congedi e i permessi previsti per i matrimoni; i giorni di assenza per gli «effetti collaterali» di terapie salva-vita come l’emodialisi e la chemioterapia usciranno dal calcolo del periodo di comporto, cioè l’arco di tempo nel quale il dipendente assente conserva il posto di lavoro. Ma la materia sarà modificata anche dall’arrivo dei permessi a ore, che consentiranno di non perdere la giornata intera quando bisogna allontanarsi dall’ufficio per una visita specialistica, un esame o altri motivi personali o famigliari (18 ore all’anno).
La giostra dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego entra nel vivo. Ieri l’Aran ha presentato ai sindacati il primo testo, che raccoglie e modifica gli «istituti del rapporto di lavoro». Intanto dalla ministra della Pa Marianna Madia arriva l’annuncio di due emendamenti in vista dell’esame della manovra: il primo conterrà una nuova proroga delle graduatorie in scadenza, chiesta dai circa 4mila vincitori ancora in attesa del posto con i 150mila idonei; l’altro avvierà un piano per il reclutamento stabile dei ricercatori negli istituti di ricovero e cura (Irccs).
Tornando ai contratti, bozza e tavolo di confronto avviato ieri riguardano le «funzioni centrali», cioè il maxi-comparto che riunisce ministeri, enti pubblici non economici (Inps, Aci eccetera) e agenzie fiscali (che però avranno una sezione a sé; si veda pagina 7). Ma nella parte normativa questo contratto, che sarà probabilmente il primo a essere firmato anche perché è l’unico con copertura finanziaria piena, detterà la linea per gli altri. Nei nuovi contratti troveranno spazio anche i «riposi solidali», con cui i dipendenti potranno regalare le ferie (oltre i 20 giorni obbligatori, 24 per chi ha un orario su sei giorni), o una quota dei 4 giorni di recupero per festività soppresse, ai colleghi che ne hanno bisogno per motivi di cura o per assistere figli minori.
Il testo affronta poi due temi al centro di polemiche da tempo. Nel primo caso, relativo alle tutele per chi è soggetto a terapie salvavita, la proposta presentata ieri chiarisce l’estensione delle garanzie, messa in dubbio nei mesi scorsi da una contrastata lettura delle norme. In pratica, spiega il testo, «i giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali rientrano nella disciplina» prevista per assenza, ricovero o day hospital per le terapie salvavita a cui sono legati. Nel tentativo di frenare gli abusi,vanno invece le regole sui permessi per l’assistenza a famigliari con handicap, disciplinati dalla legge 104 del 1992. I dipendenti dovranno «di norma» comunicare una programmazione mensile, e confermare l’assenza tre giorni prima. In casi urgenti, il preavviso potrà essere presentato nelle 24 ore precedenti, e la richiesta non potrà mai arrivare a orario di lavoro iniziato.