Rapporti di lavoro

La visita fiscale a casa scatta anche più volte

di Francesca Barbieri

Se il lavoratore in malattia rientra in uno dei casi di esonero dall’obbligo di reperibilità, l’Inps può comunque fare delle verifiche? Un dipendente può essere controllato più di una volta? E ancora: cosa succede se il lavoratore malato è assente da casa negli orari di reperibilità per le visite fiscali?

Sono solo alcune delle domande a cui è bene saper rispondere quando ci si ammala e si presenta il certificato medico al proprio datore di lavoro, pubblico o privato.

Il numero di lavoratori dipendenti che rientrano sotto la lente dell’Inps è di 13,2 milioni di cui 2,8 milioni nel settore pubblico e 10,4 nell’ambito privato (assicurati). L’Istituto di previdenza, inoltre, può effettuare controlli, su richiesta del datore di lavoro, anche per i lavoratori privati non assicurati (3,5 milioni). Una platea molto ampia che comprende la quasi totalità dei lavoratori dipendenti.

Le verifiche

Le regole in materia di verifiche della malattia sono cambiate nell’ultimo anno che da un lato ha visto il debutto del Polo unico per le visite fiscali e dall’altro la riscrittura della disciplina per i dipendenti pubblici.

Il Polo unico è attivo dal 1° settembre 2017 e attribuisce all’Inps la competenza esclusiva a effettuare visite mediche di controllo sia su richiesta dei datori (pubblici e privati) sia d’ufficio.

Nel primo trimestre del 2018 sono state portate a termine 224mila visite a domicilio, rispetto a quasi 6,6 milioni di certificati medici presentati.

I tassi di idoneità ogni cento visite - la percentuale cioè dei lavoratori in regola - sono stati del 40,1% (richieste d’ufficio) e 32% (richieste datoriali) nel privato, e rispettivamente del 10,3% e 37,1% nel settore pubblico.

I destinatari dei controlli

Per selezionare i lavoratori ai quali mandare il medico fiscale, l’Inps usa un sistema informatico capace di individuare - tra tutti i certificati di malattia ricevuti dall’istituto - quelli più “a rischio”, in base a criteri specifici che variano da una regione all’altra. Il sistema è capace di riconoscere le situazioni anomale, come ad esempio il caso di aziende in cui una grossa quota di lavoratori sia contemporaneamente in malattia.

Con la riscrittura della disciplina delle visite fiscali nella Pubblica amministrazione, poi, il decreto 206/2017 - in vigore dal 13 gennaio 2018 - ha avvicinato il regime applicabile ai dipendenti pubblici a quello dei privati, anche se resta un doppio binario tra le due categorie di lavoratori.

La prima mossa di avvicinamento è la possibilità di sottoporre più volte a visita fiscale il lavoratore, nel periodo di prognosi indicato dal certificato medico. Una possibilità che prima era esclusa nel pubblico: in pratica, il dipendente della pubblica amministrazione già visitato dal medico fiscale, non poteva più essere controllato nello stesso periodo di malattia.

Ora invece, le visite potranno essere effettuate con cadenza «sistematica e ripetitiva».

Per evitare le assenze “strategiche” dal lavoro, a ridosso di vacanze o ponti, i lavoratori pubblici potranno poi essere sottoposti a visite fiscali «anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale».

Un’altra novità in linea con le regole del privato è la stretta sulle esclusioni dall’obbligo di reperibilità (limitata ai casi più gravi di malattia o invalidità). L’unica differenza riguarda le fasce orarie di reperibilità, che rimangono 9-13 e 15-18 per il pubblico e 10-12, 17-19 per il privato.

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