Previdenza

L’Inps blocca la cancellazione delle cartelle fino a mille euro

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La cancellazione delle mini-cartelle si ferma davanti ai debiti Inps. A confermarlo è stato ieri il presidente dell’istituto previdenziale, Tito Boeri in audizione al Senato sul decreto legge relativo a reddito di cittadinanza e quota 100 (si veda pagina 3): «L’istituto è ancora in attesa di un chiarimento del ministero del Lavoro sul modo con cui interpretare la soglia dei mille euro». Una dichiarazione che trova riscontro negli estratti di ruolo effettuati nei giorni scorsi dai contribuenti interessati e dai professionisti che li assistono. Del resto, era proprio la norma del decreto fiscale che li invitava a verificare che i carichi 2000-2010 fino a mille euro fossero stati effettivamente stralciati da agenzia Entrate-Riscossione (Ader) a fine 2018.

Nei 12 milioni di cartelle interessate la verifica ha confermato la cancellazione automatica (senza alcun adempimento o onere chiesto al contribuente) sul fronte dei debiti tributari. Mentre lo stesso non si può dire per quelli contributivi. Come ha spiegato proprio ieri Boeri, l’interpretazione dell’istituto sui carichi affidati per la riscossione coattiva non coincide con quella del ministero dell’Economia. Per l’Inps, infatti, vanno considerate nella soglia dei mille euro «le sanzioni civili maturate» dopo la consegna dei ruoli e fino al 24 ottobre 2018. Di parere contrario il ministero dell’Economia (a tal proposito Boeri rinvia espressamente alla nota 722/2019 del 23 gennaio scorso), che «ritiene di individuare l’ambito di applicazione della disposizione in senso più ampio, vale a dire con riguardo al valore originariamente affidato agli agenti». Contrasto interpretativo che obbliga l’Inps a congelare il condono dei mille euro, in attesa che il ministero del Lavoro prenda una posizione.

C’è un altro aspetto sottolineato da Boeri, che riguarda la natura stessa della cancellazione automatica delle cartelle. Nei casi dei contributi dovuti dai datori di lavoro, «il principio di automatismo della prestazione fa sì che al mancato introito contributivo» corrisponda «il permanere degli oneri a titolo di prestazioni» a carico del fondo di previdenza per i dipendenti. Risultato? Il condono, secondo Boeri, amplia «la forbice tra pensioni erogate e pensioni pagate dai contributi versati».

L’audizione è stata anche l’occasione per fare il punto sul saldo e stralcio per chi è in difficoltà economica (Isee fino a 20mila euro). Dall’incrocio dei dati degli avvisi di addebito per il periodo 2011-2017 con i dati dell’archivio Isee, emerge che la platea dei potenziali interessati per i debiti contributivi è rappresentata da 700mila soggetti tra commercianti, artigiani e lavoratori agricoli autonomi. Con il condono a fronte di importi complessivamente dovuti tra contributi e sanzioni per quasi 7,6 miliardi se ne pagherebbero appena 1,3: in pratica, con una riduzione media - stimata dall’Inps - dell’80 per cento. Ma con il rischio paventato dal presidente dell’istituto che anche gli Isee non siano perfettamente aderenti alla situazione reddituale e patrimoniale dei potenziali interessati.

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