All’estero con gli aiuti regionali per praticantato e coworking
Il praticantato all’estero, ma anche il coworking, la partecipazione a workshop, l’apertura di una sede fuori confine non sono per tutte le tasche. Lo sanno bene i professionisti, soprattutto i giovani in cerca di una chance di formazione alternativa. Ma lo sanno bene anche quelli più maturi che cercano partner internazionali o semplicemente hanno bisogno di una consulenza per esplorare occasioni in altri lidi. Per tutti si tratta di un’opportunità unica: per i praticanti un periodo di tirocinio all’estero pesa nel curriculum, per gli studi già strutturati si traduce invece in business e capacità di aumentare il proprio know-how ed espandersi in altri mercati, magari più floridi.
Con tre bandi regionali - due targati Ue e uno squisitamente regionale - professionisti in erba e studi già avviati possono adesso finanziare le proprie esperienze di lavoro nell’Unione europea e nei Paesi extra-Ue. Ce n’è un po’ per tutti i gusti con il solo limite del vincolo territoriale.
In Friuli Venezia Giulia il regolamento (non è un bando) offre in via permanente e senza limiti di esaurimento finanziario percorsi di formazione e tirocinio all’estero organizzati da enti di formazione, strutture pubbliche o private, ordini professionali, accademie, scuole e università. Con un “borsellino” che può arrivare a 10mila euro, la Regione rimborsa praticamente tutto ciò che è connesso alla permanenza fuori confine, spese di formazione, viaggio, vitto e alloggio. Ad esempio, un periodo di formazione in Spagna (anche se già concluso) vale 921,28 euro al mese a copertura dei costi di soggiorno. Senza limite per la presentazione delle domande: il regolamento è strutturale e le risorse vengono riallocate automaticamente.
Stessa musica nel Lazio dove la vicepresidenza della Regione insieme a Laziodisu ha lanciato la seconda edizione di “Torno subito”, lo strumento anti-fuga di cervelli che offre 12,5 milioni (fondi Fse) in contributi a fondo perduto per la formazione all’estero dei giovani universitari e laureati. A patto però che il percorso si concluda tornando a casa e terminando qui il viaggio di istruzione. Unica eccezione è prevista per il praticante o lo studente che ottenga un lavoro nel Paese ospitante. Anche in questo caso è possibile pagarsi le spese di viaggio, vitto e alloggio per frequentare uno studio fuori confine per cui è ammessa la copertura delle spese da un minimo di un mese a un massimo di sei. Il giovane commercialista o notaio che voglia intraprendere un periodo di tirocinio in un studio negli Stati Uniti otterrà 800 euro di stipendio mensile e 1.075 euro di vitto e alloggio.
L’esperto di diritto tributario ansioso di ampliare i propri confini e puntare su Londra avrà 800 euro di stipendio e 860 euro di vitto e alloggio mensili. Il commercialista che vuole fare un’esperienza in uno studio a Madrid riceverà 800 euro di “gettone” e 660 euro per le spese di soggiorno. Tutto, ovviamente, al lordo e con l’avvertenza di presentare in fretta la domanda: lo sportello chiuderà il 3 luglio.
E veniamo alla Campania: in questo caso si parla di studi già avviati e non di tirocinio. Però le chance sono interessanti con risorse (fondi Fesr) per 15 milioni. La Regione rimborsa tutte le attività connesse a un programma di internazionalizzazione aperto anche ai liberi professionisti. E quindi coworking, ricerca di partner internazionali, consulenze, incoming di colleghi provenienti da altri Paesi Ue, ma anche comunicazione e spese per l’uso temporaneo di uffici oltre confine. Le domande vanno presentate online secondo un timing intermedio non rigido ma indicativo per evitare click day.
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